Logo
Inicio Directorio Web Foro Administre su cuenta Iniciar sesión Historias Contáctenos Acerca de nosotros




IL Fattorino

Part I sent by Malebug and uploaded on data 10/March/2003 02:43:46


* Dedicata ad una persona speciale *

E’ meglio non essere mai troppo certi dei modelli che ci vengono proposti dalla società… spesso le barriere tra fantasia e realtà possono essere fatte di acciaio allo stato puro e spessissime… ma a volte il confine tra le due cose diventa talmente fine che quasi avviene una fusione… sta a noi cogliere il momento giusto per saltare…

Io sono un fattorino… lavoro come corriere per una nota società di spedizioni espresse…Mi piace fare il mio lavoro, anche se a volte mi lamento che è un po’ pesante… ma mi sta bene… anche perché così ho la possibilità di conoscere tanta gente, non sono costretto su una sedia dietro ad una scrivania e sono sempre all’aria aperta… Ero fiero del mio lavoro perché l’avevo scelto io, da solo. Avrei potuto fare qualcosa di meglio… in fondo mi ero diplomato geometra… ed avevo addirittura incominciato la facoltà di ingegneria nella mia città… ma lo studio non era propriamente il mio forte… ero più portato per la pratica… ed eccomi qua… a consegnare pacchi, pacchetti e pacchettini dalla mattina alla sera… Il mio lavoro può essere definito un po’ monotono… ed in effetti lo è… o meglio, lo era… fino ad oggi…

Ricordo che stavo facendo un sogno bellissimo in cui mi trovavo a fare una consegna in una cittadina poco lontana dalla città in cui vivevo… guidavo il mio furgone a gran velocità preso dalla fretta di smaltire il gran carico di lavoro che mi era stato assegnato… Arrivai davanti ad un portone grande… controllai il numero civico indicato sul mio documento di trasporto e lo confrontai con quello indicato in alto a destra del portone… corrispondeva… Quindi spensi il motore del furgone e scesi… aprii i vano di carico e mi misi a rovistare in mezzo a quegli scatoloni in cerca del pacchetto che riportava il riferimento esatto di consegna… Ci misi un buon dieci minuti a stancarmi di cercare ed alla fine, demoralizzato… decisi di lasciar perdere… probabilmente l’avevo dimenticato in sede… poi, nel girarmi per uscire dal furgone vidi avvicinarsi una bellissima ragazza… indossava una maglietta aderente che lasciava trasparire le sue rotondità… un paio di pantaloncini attillati che lasciavano immaginare ogni cosa in mezzo a quelle gambe di una bellezza inaudita… un paio di calze di cotone che arrivavano sotto alla caviglia ed un paio di scarpe da ginnastica che avvolgevano due piedini sicuramente splendidi… Rimasi immobile ed a bocca aperta nel vederla con quei bei capelli lisci, gli occhi marroni che ispiravano tenerezza… ma allo stesso tempo uno sguardo malizioso e provocante lasciava senza parole… Mi rivolse la parola chiedendomi, con una voce leggerissima che sembrava musica alle mie orecchie, chi stessi cercando… Io ero ancora immobile ad osservarla ed incominciai a balbettare qualcosa… Ma lei, cosciente della sua bellezza… mi disse… se le serve una mano a trovare qualcosa, la posso aiutare io… Io riuscii a malapena a pronunciare due parole… il nome ed il cognome del destinatario… ed abbassando lo sguardo verso il basso per la magra figura che mi ero fatto scorsi… infilato nell’intercapedine del furgone quel pacchetto indicante il numero che stavo cercando… mi abbassai velocemente per prenderlo… e lanciai un’occhiata alle sue splendide estremità… percorsi la gamba dalla coscia al ginocchio, al polpaccio, alla caviglia… per poi soffermarmi sui suoi misteriosi piedini che erano sacrificati dentro a quelle scarpe da ginnastica… Dentro di pensai che spreco lasciare due gioielli così preziosi così nascosti… non riuscii a trattenere la mia passione per i piedini femminili e di tutto ciò che orbita intorno a loro… fantasie annesse… ma questo non era il luogo per pensare alle mie fantasie erotiche e quindi mi rialzai ripercorrendo con lo sguardo il suo corpo dal basso verso l’alto fino ad arrivare al suo viso candido che faceva trasparire un sorriso compiaciuto… evidentemente la ragazza si era accorta delle mie, forse eccessive, attenzioni…

Mi disse che era lei la destinataria di quel piccolo pacchetto… e proprio mentre mi informava di questo… io, alzandomi in posizione eretta… sbattei involontariamente la mia testa sul tetto del cassone portandomi immediatamente le mani alla testa dal dolore… Una piccola ferita si era aperta facendo fuoriuscire un fine rigagnolo di sangue… Io arrossi per la vergogna e lei si preoccupò per la mia salute afferrandomi una mano cercando di evitare di farmi cadere… Le dissi di non preoccuparsi… non era niente… sarebbe passato in fretta… ma lei, spaventata per il sangue che mi colava lungo la tempia mi invitò ad entrare in casa sua…Io cercai di resistere e di spiegarle la situazione… avevo da fare ancora numerose consegne… Ma lei non volle sentire ragioni e, dopo essersi presa il pacchettino che le dovevo recapitare,  mi trascinò in casa sua…

Una volta entrati mi fece accomodare su una poltrona nel salotto e mi disse di attendere… sarebbe andata in bagno a cercare qualcosa per medicarmi… Io annuii con la testa e la vidi scomparire…Dopo un paio di minuti ritornò armata di acqua ossigenata e garze sterili…versò l’acqua ossigenata su di un batuffolo di cotone e melo poggiò delicatamente sulla ferita… Inizialmente sentii un po’ di bruciore… ma il dolore durò poco… Il suo tatto era troppo delicato per dare la minima idea di dolore… anzi… era fin troppo piacevole…essere curati da una crocerossina affascinante come lei…

Una volta disinfettato, proseguì con una garza che fermò con un sottile cerotto… Quasi mi ero dimenticato del mio lavoro… anzi… men’ero dimenticato davvero! Ma la situazione era troppo interessante per lasciarsela sfuggire… mi chiese se volevo qualcosa da bere… un bicchiere d’acqua, una bibita, una birra… o qualcos’altro…io dissi di no e ringraziai… ormai mi ero calmato e riuscivo ad esprimermi in modo corretto mettendo le parole in ordine per esprimere una frase di senso compiuto… Lei insistette ed io non riuscii a fare a meno di accettare un bicchiere d’acqua per rinfrescarmi la gola arsa dall’emozione… Lei si sedette sulla poltrona di fronte a me con in mano il pacchetto. Incominciò a scartarlo… Sulla carta c’era scritto “Piccola Bottega Magica”… La ragazza incominciò a scartare il pacchetto con sempre più foga fino a ridurre la carta a piccoli brandelli che cadevano ai suoi piedi scalzi, visto che nel frattempo aveva anche pensato di togliersi le scarpe e far prendere un po’ d’aria a quelle delizie per la mia vista… Nulla mi fece escludere che lo avesse fatto perché si era accorta che prima il mio sguardo era rimasto immobile più a lungo sui suoi piedini che sulla mia ricerca…e che questo le avesse fatto capire che potevo avere una certa attrazione particolare per quella parte del suo corpo… che anche lei curava meticolosamente… ma neanche più di tanto… Lei alzagli occhi mentre scartava e si accorse del mio sguardo in direzione dei suoi piedi… io alzai gli occhi e la guardai in viso… sembrava quasi divertita di questa mia attrazione… e con molta naturalezza… ma con l’intento di provocarmi allungò un piede sul tavolino basso che era sistemato sulla poltrona mostrandomi la pianta rosea del suo piedino delicato… Mi sorrise maliziosamente… mentre continuava a scartare il pacco…

Una volta eliminata tutta la carta, io allungai la testa con curiosità cercando di capire che cosa, una ragazza come lei potesse aspettare con così tanta ansia… Avvicinandomi mi trovai con il suo piede proprio sotto al mio mento e ne respirai il profumo che mi provocò istantaneamente un forte senso di eccitazione…Vidi una piccola scatoletta blu fatta di stoffa pregiata che brillava alla luce del sole… Intarsiata di riporti in argento invecchiato, ma lucido come appena forgiato… La scatola aveva quattro piccoli piedini a forma di zampa di grifone che l’avrebbero tenuta sospesa dal piano d’appoggio e sul coperchio uno strano cerchio con simboli in ametista simili a strani tribali…La ragazza mi guardò negli occhi eccitata per aver ricevuto questo tanto atteso cofanetto… ma cosa poteva contenere?…

Lo aprì lentamente come si fa con una reliquia preziosissima… e quando il coperchio fu semi aperto i suoi occhi si illuminarono di felicità mista ad eccitamento… A quel punto con una mossa veloce aprì del tutto il coperchio rivelando un anello di antichissima fattura, con incroci bizzarri realizzati con finissimi fili misti di molte varietà di metalli… che correvano in tondo quasi a voler dar vita a quell’oggetto… In cima all’anello i fili metallici si fondevano creando l’incavo nel quale era incastonata una strana pietra verde smeraldo che emanava una sinistra luce fioca… la ragazza se lo infilò subito e si mise ad apprezzarlo… Mi chiese come le stava… ed io confermai che qualsiasi gioiello non poteva che esaltare la sua già incomparabile bellezza… Comunque mi avvicinai ancora di più attratto dallo splendore di quella pietra e mi resi conto che si doveva trattare indubbiamente di un gioiello di immenso valore… Guardai attraverso la pietra e mi sembrò che il mio sguardo si potesse perdere nel vuoto… Vidi l’infinito… mi diede l’impressione di essere sospeso nel nulla… e tutto ad un tratto, come una tela che viene cancellata dalle gocce di un acquazzone… persi i sensi…Mi risvegliai infreddolito, su una fredda superficie bianca… Mi guardai intorno… e vidi i mobili, che prima erano di proporzioni accettabili, sovrastarmi come giganteschi grattacieli… La poltrona sulla quale ero seduto prima adesso poteva essere paragonata ad una immensa montagna di stoffa… Il tavolino di cristallo che prima era davanti a me… adesso poteva essere una immensa tettoia ai confini del mio cielo… Cosa mi era successo non lo so… probabilmente qualcosa legato a quell’anello… ma perché ero così piccolo… e dov’era la ragazza che aveva indossato l’anello? Bene… certo, stando fermo lì, non avrei trovato una risposta ai miei quesiti… Dovevo indagare… ma soprattutto trovare qualcosa da mettermi addosso visto che ero nudo come un verme… Mi diressi in una direzione a caso e ad un certo punto sentii degli scrosci d’acqua venire dalla direzione nella quale mi ero diretto… Camminando velocemente mi ritrovai davanti ad una porta gigantesca con un vetro smerigliato che faceva intravedere solo delle ombre all’interno… Invece l’udito non mi tradiva… sentivo chiaramente un rumore di acqua, come una cascata che cade per metri e metri schiantandosi sul suolo… Dovevo entrare e cercare aiuto… ma come? Sotto alla porta non potevo passare… anche se ero alto tre centimetri non c’era modo di intrufolarsi… Cercai una soluzione ma invano… Poi qualcosa di strano mi colse alle spalle… tremendi boati si avvicinavano a me diventando sempre più forti… sembravano passi… che fosse la ragazza? Mi avrebbe aiutato? Si sarà accorta di quello che mi era successo? Ma soprattutto… mi avrebbe notato? Finii di farmi assurde domande quando vidi sbucare da dietro ad un muro uno zoccolo gigantesco, più grande di una casa bi familiare e non di quelle piccole… la suola si schiacciò pesantemente sul pavimento sotto al peso di quella persona, che adesso era per me una Gigantessa, il cui piede era infilato all’interno della calzatura… Poi comparve l’altro zoccolo che mi raggiunse con una velocità inaudita sbattendomi a terra ed evitandomi di poco… caddi a terra e vidi che la Gigantessa che mi stava sovrastando non era altro che la ragazza dell’anello… ed io ero lì, sotto di lei, terrorizzato per la mia vita ed immobile per la paura di essere schiacciato come un insetto senza che lei si accorgesse di nulla… In compenso ero così piccolo, quasi invisibile… tra i suoi adesso veramente Divini piedi… a contemplare quanto stava accadendo sopra, sotto, intorno a me…

Lei questa volta indossava un accappatoio senza niente sotto ed era pronta per entrare nella doccia… Io guardai lo spettacolo che mi si presentava lassù… solo io potevo vedere lì sotto al suo accappatoio… ed era la cosa più bella che avessi mai visto… Il suo sesso avrebbe potuto inghiottirmi senza problemi… ed intrappolarmi per tutto il resto della mia ormai breve vita…

Con un movimento in avanti la ragazza fece un altro passo provocando uno spostamento d’aria tale che venni catapultato verso la porta gigantesca proprio nel mentre che lei la apriva ed in meno che non si dica… mi ritrovai nel bel mezzo del tappeto che si trovava in centro al pavimento del bagno… La ragazza entrò, si sfilò gli zoccoli lasciandoli in un angolo poco lontano da me… poi, si diresse verso di me a piedi nudi…io tremai ancora dalla paura… soprattutto quando vidi la pianta del suo Gigantesco piede nudo scendere pericolosamente su di me… Lanciai un urlo di disperazione quando mi resi conto di non avere scampo… ma le mie dimensioni non mi consentivano di emettere suoni che potessero essere percepiti da lei… Mi sentii spacciato quando vidi la parte anteriore del suo piede ad ormai pochi metri da me… presto sarei stato ridotto a niente… ed i miei resti sarebbero finiti nello scarico della doccia confusi tra mille bolle di bagno schiuma…

Chiusi gli occhi e sentii l’aroma ed il calore del suo piede avvolgermi velocemente, poi il contatto con la pelle spessa della pianta ed il peso che si incrementava… Il dolore delle mie ossa che si stavano per sgretolare… Una sensazione terribile…

Poi la pressione si stabilizzò ed io, ancora incredulo di fronte a quella situazione, aprii gli occhi… Non potevo credere ai miei occhi…  mi credevo spacciato, schiacciato, trasformato in una poltiglia senza forma, ucciso… dal piede della ragazza… ignara del fatto che io fossi proprio lì sotto al suo piede… Immagino la sua reazione al crack che avrebbe segnato la mia fine della mia ormai inutile vita… non ci avrebbe nemmeno fatto caso… avrebbe pensato di aver schiacciato involontariamente un insetto… ma non avrebe dato peso alla cosa ed avrebbe lavato i miei resti da sotto al suo piede come se niente fosse… invece… aprendo lentamente gli occhi, con il cuore che mi batteva ancora in gola, mi accorsi di essere ancora vivo… la fortuna aveva voluto che il suo piede si posasse si, su di me, ma intrappolandomi sotto l’arco delle sue, adesso titaniche, dita…

Ero salvo… e adesso potevo guardarla da li sotto, tra un dito e l’altro, mentre si toglieva l’accappatoio… Slegò la fascia che lo teneva chiuso e facendo scivolare l’indumento lungo le spalle lo fece cadere ai suoi piedi, fortunatamente, lasciandomi la visuale libera… Era bellissima, le sue forme sembravano le colline del monferrato, perfette e lisce… la sua pelle rosea e candida dava ancora di più l’impressione di morbidezza… Il suo sesso sembrava una foresta dove avrei voluto inoltrarmi e perdermi per poter vivere per sempre in quell’oasi celestiale dispersa nel  deserto Gigantesco che era il suo immenso corpo…

Ad un tratto la ragazza aprì la porta della doccia e ci entrò inarcando le dita del piede sotto il quale ero intrappolato facendo riniziare il mio supplizio… Sentii il peso aumentare nuovamente… questa volta mi sembrava che mi mancasse anche l’aria per respirare… ma la tortura durò poco… la ragazza entrò nella doccia chiudendo la porta dietro di se… e facendomi volare vicino ai suoi zoccoli… Mi ritenei fortunato… ero, ancora una volta, riuscito a rimanere illeso… Mi alzai dolorante e girandomi, vidi il tacco di uno dei due zoccoli che indossava la ragazza poco prima… a quel punto, convinto del fatto che oggi, tutto sommato, doveva essere la mia giornata fortunata, mi feci prendere dal desiderio di vedere cosa si provava ad esplorare una scarpa femminile con le mie dimensioni attuali… Mi portai verso la punta dello zoccolo e mi issai sul punto che mi era più accessibile… Fu una faticaccia, ma ce l’avevo fatta… ora mi trovavo proprio sull’estremità posteriore dello zoccolo a guardare in basso verso la punta… era una distesa quasi interminabile e si potevano distinguere chiaramente i punti in cui il piede poggiava solitamente… mi voltai e la vidi nuda dentro la doccia con l’acqua che scorreva lungo tutto il suo Gigantesco corpo…

La situazione incominciava a piacermi… il fatto di non essere notato e di essere alto appena 3 centimetri mi eccitava… e quindi mi sedetti sulla cima del tacco dello zoccolo e mi godei lo spettacolo… Ero estasiato da quela vista… quella Dea era incredibilmente bella… e vederla così Gigantesca confronto a me la rendeva Divina…Tutto ad un tratto l’acqua smettè di scorrere e la porta della doccia si aprì… io ero come ipnotizzato nel vederla uscire così imponente e grondante di acqua… ero così preso da quella visuale che mi scordai completamente dove fossi seduto… Mi svegliai quando la vidi reindossare il suo accappatoio e dirigersi verso i suoi zoccoli, verso di me per intenderci… a quel punto dovevo fare qualcosa… ma cosa? Mi guardai intorno agitato per cercare una via di fuga… ma non trovai nessun’altra soluzione… se non quella di scappare dentro allo zoccolo… corsi verso la punta facendomi prima scivolare lungo l’inclinazione dovuta al tacco… e mi schiacciai all’estremo anteriore dentro allo zoccolo… Con terrore vidi il suo Enorme Piede inserirsi nell’imboccatura facendomi piombare in pochi istanti nel buio più completo… Il suo piede era bagnato fradicio e quasi rischiai di affogare quando spinse il piede in fondo fino alla punta per sistemare comodamente la calzatura…Poi incominciò a camminare ed io, da sotto alle dita del suo piede, venivo sbattuto da destra a sinistra, da sopra a sotto… rischiando a dogni suo minimo movimento la mia vita… Le orecchie mi facevano addirittura male per i boati di quegli zoccoli che calpestavano il terreno sotto di loro… ma finalmente… si fermò tutto e vidi riapparire la luce… la Gigantessa si stava sfilando gli zoccoli… avrei detto che finalmente ero salvo… ma non fu così… Vidi il suo alluce ed il secondo dito del piede stringersi dolcemente avvolgendo il mio corpo… poi il piede uscì… Una volta estratto il piede, la Gigantessa fece in modo di tenermi sempre tra le sue dita ma ad una considerevole altezza, facendo perno sul tallone… io alzai lo sguardo e la vidi che mi osservava di lassù… senza dire niente, ma con un sorriso goduto sulle labbra… Io ero terrorizzato…  avrei voluto scappare lontano da quella casa… avrei voluto non averci mai messo piede… ma adesso ero lì… alla sua mercè… cosa fare? Le chiesi gentilmente di farmi tornare normale… e lei mi interruppe dicendomi che non poteva sentire i miei squittii e che tanto non le interessavano… La sua voce si fece più dura e mi disse che il mio destino era segnato… che si sarebbe divertita un po’ con me e che poi mi avrebbe eliminato… tanto il mio corpo non sarebbe mai stato trovato…

Decise di fare un gioco ed io capii dalla sua spiegazione che doveva eccitarla parecchio l’idea di avere un’uomo piccolo come me tra i suoi divini piedi e che il fine, che l’avrebbe fatta godere di più, era di sentire il mio corpo scomparire sotto al suo piede…

Era una sorta di nascondino… ma con il gran finale… Lei avrebbe incominciato a contare ed io avrei dovuto scappare… una volta finita la conta sarebbe venuta a cercarmi ed una volta trovato mi avrebbe eliminato… quindi mi disse che se avevo cara la vita mi conveniva incominciare a scappare e collaborare al suo divertimento… altrimenti non ci avrebbe messo tanto a stringere di più le dita del suo piede stritolandomi all’istante…Il piede si abbassò… lei mi guardò con il ghigno malizioso che ormai le si era stampato sul viso… chiuse gli occhi ed incominciò a contare…

Arrivati a metà della conta… io non avevo ragiunto nemmeno il centro della stanza… incominciavo a perdere le speranze… ma continuavo a correre velocissimo lungo il pavimento… La conta finì ed io ero quasi arrivato allla credenza sotto la quale mi sarei rifugiato… Aumentai la corsa… ma la ragazza mi individuò subito ed in un attimo fu sopra di me… Portò il suo alluce sopra di me ed io vidi l’ombra che mi sovrastava diventare sempre più grande lo fece scendere piano e toccandomi mi fece perdere l’equilibrio… caddi a terra e voltandomi la vidi con il piede non ancora del tutto poggiato a terra… mi rialzai e continuai a correre verso la credenza… ma il suo piede piombò pesantemente davanti a me sbarrandomi la strada… allora cambiai direzione… e la mia strada fu di nuovo sbarrata dal suo piede… ci riprovai… ma con lo stesso risultato… Allora capii che avrei potuto continuare a correre all’infinito… ma che non sarebbe servito a niente… Allora mi distesi a terra a pancia in su… in segno di resa… La vista era celestiale… se dovevo morire così… volevo almeno potermi godere tutta la scena fino all’ultimo istante di vita… La vidi sghignazzarmi di lassù… fissando il mio corpo ormai esausto disteso a terra… Lei capì e mi disse… che aveva vinto lei… e con un movimento dolce vidi il suo piede sovrastarmi altissimo… mi disse che in pochi istanti sarei stato annientato li sotto… sotto al suo piede… e mi chiese se la cosa mi avrebbe fatto piacere… io non risposi, ma lei aveva capito fin dal primo momento che quello era il mio desiderio… Quindi disse di prepararmi… ed io tenni gli occhi spalancati come non avavo mai fatto… poi il suo piedone incominciò ad abbassarsi diventando sempre più grande… fino ad oscularmi la vista del suo viso dolce… e poi ancora più giù verso di me… potevo già sentire il calore ed il profumo prendere possesso di me… potevo vede i granelli di polvere del pavimento che si erano attaccati alla pianta del suo piede sporcandolo leggermente… presto avrei fatto la loro fine… ero nel panico più totale ma continuai a tenere gli occhi aperti… La pianta del suo piede adesso era già su di me… ed io ero già pressato sotto di essa senza la possibilità di muovermi…. E tutto ad un tratto………………..

La radio si accese…. Come la radio… la radio?….. Mi svegliai di soprassalto, tutto sudato e con il batticuore… avevo le palpitazioni… Guardai l’ora ed erano già le 6.30…E’ tardiiiiiiii!!! Devo andare a lavorare!!! Dissi tra me e me… Scattai giù dal letto ripensando al sogno che avevo appena fatto… Certo che sembrava tanto reale!!! Mi dissi… Bevvi velocemente un po’ di latte freddo, mi lavai, mi vestii ed in un attimo ero fuori di casa nella mia macchian dirigendomi sul posto di lavoro… avrei avuto molte consegne da fare oggi… dovevo correre!!! Ma niente riusciva a togliermi dalla testa le immagini di quel sogno… Mi sembrava di averlo vissuto relamente… mi sarebbe piaciuto fosse stato tutto vero… ma insomma… i sogni sono sogni… si, è vero, i sogni sono premonitori… ma io non credo in queste stupidate… il fatto di essere rimpiccioliti è una fantasia non realizzabile… è impossibile!!! …………. O no?

Continua…






Giganta.org is a worldwide and international giantess & fetish portal, with a large amount of contents, divided by type. All material, the structure, and the layout on this site are © Copyright of Giganta DOT Org located in Italy. Giganta.org was started in august 2001 as a giantess and fetish site for adult entertainment, and now is growing again with new projects, who will create a new era into the giantess fan community.