Mattina
Part I sent by Jryan^ and uploaded on data 14/June/2003 23:47:51
Era Fine maggio. Stanco, per la lunga settimana all’università , mi addormentai un bel venerdì sera dopo aver girato come un pazzo per locali con i miei amici. Tornai a casa verso le 3 , e senza nemmeno cambiarmi mi lasciai cadere a peso morto sul letto, pregustandomi già il dolce tepore della doccia che mi sarei fatto la mattina.
Dormii pesantemente, il mio fisico doveva recuperare tutte le forze che aveva dissipato in quei giorni che passavano veloci. Non ricordo di aver sognato, So solo che mi svegliai verso mezzo giorno , stupendamente riposato.Mi misi a sedere e mi stirai sbadigliando rumorosamente, poi , con gli occhi ancora chiusi mi voltai verso destra , per scendere dal letto; stranamente restai con le gambe stese sul letto e mi spinsi un pochino avanti …niente. Quella mattina iniziava proprio bene! Non riuscivo nemmeno a trovare il bordo del letto!L’impresa si rivelò talmente difficile che rinunciai e continuai ad oziare per parecchi minuti, finché, come un tuono in lontananza, la voce della donna di servizio squarciò il silenzio della mia stanza.
Sobbalzai e mi svegliai stupito, non ricordavo che Cristina avesse quel vocione! Guardandomi intorno , però, capii quale fosse realmente la mia situazione; tutto intorno a me era immenso, il letto si estendeva per centinaia di metri e le pareti della mia stanza svettavano fino ad un soffitto distante e sfocato. Un forte ed insolito vento soffiava tra le lenzuola in disordine e io ero nudo come un verme, in piedi sulla mia maglietta pregna del disgustoso odore di nicotina che ti si appiccica addosso nei pub.
Sentivo i passi di Cristina e tutto vibrava. Tremai immaginando quanto la mia domestica potesse essere grande!Un minuto dopo la gigantessa entrò nella mia camera. Si stagliò dapprima sulla porta come un’ombra colossale e poi fece un passo e mi si rivelò in tutta la sua schiacciante enormità. La osservai attonito dal mio piccolo letto mentre camminava davanti a me: Cristina era una filippina, aveva capelli lunghi e ricci, labbra carnose ed un bel viso. Indossava sempre la divisa celeste da lavoro e ai bei piedi dei sandali infradito con la suola bassa e consumata. Si fermò davanti a me con le gambe toniche contratte mentre , senza avermi notato, afferrava i miei pantaloni. La osservai svettare sopra di me, lei , che mi era sembrata sempre così piccola! Ora al suo cospetto non ero altro che un insetto, come uno scarafaggio , un esserino che del quale lei avrebbe potuto fare qualsiasi cosa.Canticchiava qualcosa fra le labbra, ma di sicuro, prima, l’avevo sentita chiamarmi.
<< Riccardo? Sei sotto la doccia? >> disse d’un tratto. Io dovetti tapparmi le orecchie mentre lei piegava i miei pantaloni e li riponeva nell’armadio. Cristina si arrestò perplessa poiché non le rispondevo, allora io urlai : << Cristina! Mi senti? Sono qui! Sul letto!! >> Lei restò impassibile, la mia voce non l’aveva sentita di sicuro. La gigantessa sollevò le spalle e poi ritornò davanti al letto per prendere gli altri vestiti e mettere in ordine la camera.Afferrò la maglietta sulla quale stavo in piedi e la sollevò, io mi aggrappai al tessuto e mi tenni stretto. Cristina la odorò , fece una smorfia e camminò verso il corridoio per buttare la maglietta sul pavimento, insieme agli altri panni da lavare. Il volo fu terribile , ma avvolto com’ero nel cotone della maglietta non subii alcun trauma. Tiratomi fuori da quel labirinto mi ritrovai sul pavimento del corridoio, feci un profondo respiro e mi misi a correre verso la mia stanza , nella speranza che Cristina mi vedesse.
Appena raggiunta la soglia della mia stanza mi ritrovai a tu per tu con le gigantesche ed odorose dita dei piedi di Cristina. Indietreggiai e sollevai lo sguardo per accorgermi che la gigantessa mi stava fissando. Iniziai a sbracciarmi per farmi riconoscere e Cristina restò a guardarmi incuriosita:<< cosa sei? >> disse, e nel frattempo si sfilò un sandalo. Mi avvicinò il piede destro e mi toccò con l’alluce facendomi cadere indietro, allora divaricò le dita davanti a me e mi fissò curiosa. Io fiutavo l’odore penetrante del suo piedone e non osavo muovermi. Cristina allora pensò bene di tastarmi sotto i polpastrelli delle sue dita. Mi posò sopra l’alluce e mi premette a terra, poi risollevò il piede e mi guardò.
Io la guardavo a mia volta attraverso le sue dita mentre la pianta rosea del suo piede mi copriva quasi tutta la visuale. << Ma sei un omino! >> esclamò , poi si chinò su di me e riconosciutomi sgranò gli occhi e spalancò la bocca per poi esclamare :<< Riccardo! Ma sei davvero tu!! sei piccolissimo!! >> io le sorrisi, sollevato di essere ancora intero.<< Come hai fatto diventare così! E come ti viene in mente di andartene in giro per il pavimento! Potevo schiacciarti senza nemmeno accorgermene!! E pensare che ero convinta che fossi sotto la doccia! >>detto ciò, senza aspettar una mia eventuale risposta , si rialzò e si posizionò sopra di me, avvicinandomi i bei piedoni , sorridendo:<< mio Dio quanto sei piccolo! >>io le guardai l’alluce che era alto più di me mi ci appoggiai, lei allora esclamò:<< ma non puzzano i miei piedi?! >> io allora avvicinai il naso a quella enorme massa di carne e ne fiutai a fondo l’odore pungente. Cristina rise , forse un po’ imbarazzata. Mi sembrava di stare in un suo stivale di pelle, indossato a piedi nudi in piena estate; l’odore era fortissimo , ma ugualmente sorrisi a Cristina e le feci cenno “OK” con la mano.<< Sei proprio carino !e pensare che sei talmente piccolo che potrei pestarti tutto intero sotto il mio piede! >>così dicendo si sfilò entrambi gli infradito e li allontanò con il piede sinistro, poi , poggiò i suoi enormi piedi nudi ai miei lati e disse : << Dato che ti piace l’odore dei miei piedi, perché non me li baci? >>improvvisamente sentii il cuore battermi all’impazzata e una grande eccitazione mi fece venire la pelle d’oca; Stare ai piedi di Cristina che mi guardava dall’alto con malizia mi sembrò un sogno.
Ero talmente emozionato che mentre mi avvicinavo alle dita le piede destro di Cristina mi tremavano le ginocchia. Già mi pregustavo il sapore e il piacevole annichilimento che avrei provato non appena le mie labbra si fossero posate sulla pelle calda di quelle magnifiche estremità.
Mi aggrappai all’unghia leggermente lunga del suo alluce e mi tirai su per poi camminare fino al dorso del piede di Cristina che mi guardava sorridendo , poi mi misi carponi e iniziai a baciarle il piede, poi a leccarlo. Cristina esclamò : << bravo schiavetto! >>A quel punto mosse il piede e mi fece cadere a terra, quando rialzai lo sguardo ero dominato dalla sua rosea pianta dal piede. Posò il suo tallone soffice e rotondo a pochi centimetri da me e mosse lentamente le dita sopra la mia testa. Io mi fiondai sul suo tallone per baciarlo ma a quel punto Cristina iniziò ad abbassare il piede… stava per calpestarmi!Mi spaventai e scappai di lato allora Cristina disse : << No dai! Resta fermo! Voglio tenerti un po’ sotto il mio piede! Non ti uccido , lo giuro! >> io esitai.<< Sai che nel mio paese le donne spesso massaggiano gli uomini con i piedi? Se vuoi posso provarlo a fare anche con te …delicatamente!>> la proposta non si poteva rifiutare.
Era evidente che Cristina fosse eccitata da quella situazione e che le piacesse dominarmi con i suoi piedoni. Infatti mi prese tra indice e pollice e mi portò fino giù in cucina. Mi posò sul tavolo di legno e poi ci salì sopra . la guardai svettare sopra di me e appoggiarsi alla credenza, poi mi disse:<< mettiti sdraiato a pancia in sotto piccolino! >> io obbedii ed un attimo dopo sentii l’enrome massa dei polpastrelli delle dita di Cristina ricoprirmi. Sentivo un bel tepore su tutto il corpo e quando la mia domestica iniziò a muovere lentamente le dita, per massaggiarmi tutto il corpo, sentii un grande piacere. Un istante dopo , però la pressione aumentò e successe qualcosa alla mia spalla. Un dolore terribile mi accecò ed iniziai ad urlare, Cristina allora mi vide dimenarmi e tenermi la spalla dolorante. Si spaventò e scese dal tavolo, avvicinandomi il viso mi chiese : << oddio! Ricky! Che ti è successo? >> io non risposi , continuavo ad urlare. Cristina allora si rese conto di quanto fosse stata imprudente, e si spaventò. Senza alcuna delicatezza mi afferrò tra le dita della mano e corse scalza fuori di casa: << tranquillo Ricky! Ti porto dalla Signora Anna! >> che era una bravissima veterinaria..
Continua...
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