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Tra l'estasi e il terrore.

Part IV sent by Jryan^ and uploaded on data 26/March/2004 23:29:37


Finito di cenare, circa quaranta minuti dopo, Lorena sparecchiò la tavola e mi prese nella sua mano accogliente. Andammo subito in salotto e accendemmo la tv. Lorena si sedette sul divano e mi posò sulle sue cosce. La nostra attenzione era stata catturata da un film in tv, una prima visione. Ci fece distrarre e , soprattutto, Lorena si tranquillizzò un po' , anche se, previdente , si era portata dietro il righello per misurarmi.

Sembrava che tutto procedesse per il meglio, ci guardavamo il film in tutta tranquillità e sembrava che tutto fosse perfettamente normale.
Casualmente , dopo circa un'altra ora , decisi di chiedere a Lorena di portarmi un po' d'acqua, così mi misi in piedi e voltandomi verso di lei dissi :

<< Lorena, amore, ho una gran sete.. a cena non ho bevuto niente! Mi porti per favore un po' d'acqua? >> << e ti fai un tuffo nel bicchiere? >> rispose Lorena sorridente. Io allora, notando di essere ben più alto esclamai : << beh, si mi porti un tappo pieno d'acqua penso di poterlo sollevare e bere tranquillamente! >>

Lorena allora mi depose sul tavolino e andò in cucina. Quando mi afferrò notai che la sua mano sembrava più piccola confronto al mio corpo; sorrisi sempre più sollevato.

Quando la mia gigantessa tornò con il tappo pieno d'acqua fresca io le urlai:

<< Sono sempre più grande eh? >>
Lorena prese il righello e mi misurò : << circa due centimetri in più amore ! >> mi rispose soddisfatta. A quel punto presi il tappo ed iniziai a bere; l'acqua era fresca ed io ero assetato. Bevvi con talmente tanta foga che mi inzuppai tutto, poi posai il tappo sul tavolino e mi sedetti comodo per continuare a vedere il film. Lorena ,però, balzò in piedi e mi fissò preoccupata. Io la guardai di rimando e le chiesi : << che c'è? >>

Lorena esclamò: << stai…stai diventando di nuovo più piccolo! >>
Fu come se il cielo mi fosse caduto sulla testa. In meno di un minuto mi ritrovai di nuovo microscopico, alto ancora meno di tre centimetri. Iniziai ad imprecare e ad urlare disperato, facendo avanti e indietro sul tavolo. Lorena allora si chinò e affranta mi disse :

<< Cazzo! Non sento più la tua voce!! >> agitandomi sul tavolo scivolai sull'acqua che avevo versato ovunque e caddi sulla schiena. Restai sdraiato e sospirai , poi Lorena mi prese tra indice e pollice e mi avvicinò al viso:

<< ti avevo detto che dovevamo chiedere aiuto a qualcuno! Guarda adesso come sei ridotto! Alla stregua di un insetto!! >>
La mia giovane gigantessa non si rendeva conto di quanto mi stringesse tra i polpastrelli delle sue dita, mi mancava il fiato, così urlai , ma lei non mi sentì e pensò che continuassi solo a lamentarmi. Iniziai a fare brevi respiri , affannato…ero terrorizzato.

<< è stata l'acqua! Come oggi in spiaggia… diventi così piccolo per uno strano fenomeno tra elettricità ed acqua! >> esclamò Lorena posandomi di nuovo sul tavolino.

Ripresi fiato e mi resi conto che l'intuizione di Lorena non era per nulla infondata.

<< pensaci tesorino! >> disse alzandosi in piedi ed iniziando a passeggiare avanti e indietro:

<< sei stato un sacco di tempo davanti alla tv, poi un po' di acqua addosso e sei diventato piccolissimo! Oggi stavi con quel lettore cd e io ti ho bagnato…deve essere questa la causa! >> mi fissò pensierosa, poi spense il televisore, fulminea.

<< Ho la soluzione! Sta notte ti tengo lontano da fonti elettriche, se tutto procede per il meglio domani sarai alto una decina di centimetri, a quel punto provo a bagnarti un pochino e vediamo che succede. Se non funziona nemmeno così allora ti porto da qualcuno! >>

Così Lorena mi prese in nella mano e si avviò verso la camera da letto.
In cuor mio sapevo che , nonostante le buone intenzioni di Lorena, stare lontano da fonti elettriche, al giorno d'oggi, era praticamente impossibile, come non bere l'acqua. Di colpo, mentre ero stretto tra le dita della mano di Lorena , si delineò davanti ai miei occhi una vita difficile, in cui ero sempre in pericolo di rimpicciolirmi da un momento all'altro per troppa elettricità o per un goccio d'acqua bevuto in una situazione "a rischio". Tuttto quello che pensai in quel momento di fredda lucidità si realizzò.

Una settimana dopo io e Lorena tornammo a casa. Guidai io fino a Roma. Si, io in persona , alto un metro e ottanta. Ero per due giorni lontano da fonti elettriche, chiuso in camera da letto e in tempo brevissimi, di circa dieci cemntimetri ogni ora, ero tronato alle mie dimensioni originarie. Eravamo partiti da due ore e non avevo osato toccare un goccio d'acqua. Lorena guardava fuori dal finestrino il paesaggio che passava veloce . ogni tanto mi accarezzava il viso e mi guardava con dolcezza. Io ero infastidito persino da lei. Mi sentivo uno schifo! Pensare che anche una goccia di pioggia mi avrebbe potuto rendere di nuovo piccolo come un insettino ai suoi piedi faceva nascere in me una grande rabbia.

La accompagnai fino a casa. La baciai , poi lei scese dalla macchina:
<< ci vediamo domani tesoro… cerca di stare su , la situazione non è poi così grave! Puoi essere normale tutto il tempo che vuoi! >>
annuii , seccato e pieno di rabbia.

<< …allora ci vediamo domani ok? Vengo da te in mattinata, prima che vai a lavoro, così se sei diventato piccolo ti aiuto! >>
io le risposi: << sarò piccolo di sicuro. In serata dovrò bere per forza! E sicuramente subirò il solito rimpicciolimento! >>
<< lo so, ma dai , in fondo è solo una situazione temporanea… se tu bevessi solo di sera potresti dormire piccolo piccolo, con me che ti faccio compagnia e poi alzarti la mattina per vivere una normalissima giornata! >> risposi rabbioso: << non voglio stare con te solo quando sono piccolo! Non ce la faccio più! >>

partii velocemente con la macchina e osservai nelllo specchietto retro-visore Lorena osservarmi mentre mi allontanavo. Mi accesi una sigaretta mentre tornavo a casa per le strade notturne. Quella mia nuova situazione mi distruggeva. Aveva rovinato i miei ultimi giorni di mare con Lorena e probabilmente avrebbe rovinato anche tutto il resto della mia vita.

Arrivato a casa posai la valigia accanto al letto e corsi in cucina, afferrai una bottiglia d'acqua e la bevvi tutta , poi ne bevvi un' altra e parte di una terza. Speravo di essermi fatto una buona scorta e così corsi sul letto , mi sdraiai ed un attimo dopo ero addormentato tra i miei stessi vestiti , piccolo ed insignificante come al solito.

Mi svegliai la mattina seguente in seguito ad un forte rumore metallico : le chiavi che giravano nella serratura. Alzatomi fui ben felice di notare che ero poco meno alto del solito. Circa un metro e settantacinque. Tempo di fare colazione e vestirmi e sarei anadato al lavoro come se nulla fosse. Lorena arrivò in camera e non appena mi vide alto e con il viso sereno , mi abbracciò e disse:

<< visto che la situazione è tranquilla alla fine! >>
<< si .. >> risposi io relativamente contento: << però non posso bere un sorso d'acqua fino a sta sera! >> facemmo colazione e Lorena mi fece il reso conto della sua giornata : sarebbe andata a segnarsi in palestra, poi a casa e nel pomeriggio sarebbe passata all'università. Verso le otto aveva intenzione di venire da me e occuparsi di me per la cena e tutto :

<< così almeno ti puoi scolare tutte le bottiglie d'acqua che vuoi! >> esclamò avvicinadosi e baciandomi il collo; lentamente scese e mi sbottonò i pantaloni, e con la sua dolcezza e la sua bravura mi fece rilassare parecchio. Col senno del poi le sarei stato grato a vita! Il suo impeccabile lavoretto mi permise infatti di sorpavvivere abbastanza dignitosamente al casino che stava per accadere.
Verso le dieci ero già al lavoro, parcheggiai la macchina poco lontano ed entrai nel negozio in cui lavoravo. Ero solamente un commesso , niente di che , volevo solo far un po' di soldi per conto mio senza doverli chiedere sempre alla famiglia. In realtà studiavo alla stessa università di Lorena e ,ancora pochi esami, mi sarei laureato entro l'anno.

Il negozio era grande e molto frequentato; vendevamo vestiti e scarpe femminili e la padrona era mia zia Anna, molto gentile e una bravissima commerciante. Appena entrato lei mi venne incontro festosa , seguita dalle due commesse , Cristina e Laura.

<< Oh! Ben tornato ricky! Ci sei proprio mancato! >>
esclamò mia zia abbracciandomi.

<< beh! Ma non sei per niente abbronzato dopo tutti questi giorni al mare? >> mi chiese.

<< eh , lo so zia, è che non sono stato troppo bene.. non sai che noia! >>
<< ah! Che peccato e cosa hai avuto? >>
<< ehm.. un po' di febbre, niente di grave però d'estate è una rottura! >> risposi io.

<< dai su, il tempo è ancora bello! Ci torni il fine settimana! >> concluse bruscamente mia zia; << ora mettiamoci al lavoro! >> così , insieme a Crisitina , mia zia si avviò alla cassa per fare dei conti.

Laura mi salutò e poi , indossata la mia maglietta ci mettemmo ad accogliere i clienti. Tutto andava per il meglio; per due ore mi dimenticai completamente della mia situazione. Verso l'ora di pranzo, però , iniziai ad avere sete. Essendo settembre faceva ancora molto caldo e nonostante l'aria condizionata , il continuo su e giù per il negozio mi aveva accaldato parecchio. Cercai di rinfrescarmi un po' per accusare di meno e mi sedetti al bancone insieme a mia zia.

<< che caldo !>> esclamai io. Mia zia annuì distrattamente mentre leggeva una rivista. Se ne stava con le gambe accavallate , seduta alla cassa, con una camicia bianca , una gonna nera (lei vestiva sempre elegante) e dei sandali che lasciavano scoperti i suoi piedi curati,smaltati di rosso. Nonostante fosse mia zia la trovavo una donna molto piacente e giovanile, con il suo fisico slanciato e i capelli castano chiaro sempre profumati. La osservai dalla testa ai piedi (come facevo molto spesso) e pensai a quale sarebbe stata la sua reazione se mi fossi rimpicciolito davanti a lei. Lei interruppe il mio fantasticare con la sua voce squillante:

<< andiamo a pranzo alla rosticceria qui vicino? >> io risposi prontamente :

<< oh! Io preferisco non mangiare oggi! Andate voi , resto io in negozio! >> << ma che dici! Se non hai fame ci accompagni! Ci devi raccontare di te e Lorena ! >> sapevo che andare a mangiare con loro mi avrebbe fatto patire la sete , così risposi di nuovo: << andate , andate! Preferisco starmene qui con l'aria condizionata al massimo prendo un panino al bar! >> mia zia allora si alzò , disse a Cristina e Laura di prendere le borse e si avviò verso la porta.

Cristina mi passo davanti e guardandomi seduto al bancone mi chiese : << tu non vieni? >> << no, non ho fame! >> a quel punto arrivò laura che , sentita la mia risposta, disse :

<< poverino! Dai , ti vado a prendere almeno una bottiglia d'acqua fresca al bar.. vuoi anche un panino? >> risposi di no ma insistettero tutte e tre; d'altronde con mia zia , mia cugina(laura) e Cristina(che conoscevo da anni) era come essere in famiglia, e tutti sanno come reagiscono le familiari se un ragazzo non mangia a pranzo!

Cinque minuti dopo rientrò Laura con panino, acqua e un caffè in una tazzina di plastica. La ringraziai e poi se ne andarono.
Guardando quelle cose davanti a me sorrisi, e mi misi a mangiare il panino. Naturalmente non aprii nemmeno la bottiglia d'acqua e , per sicurezza buttai il caffè.

Restai da solo nel negozio per circa un ora. Mi feci un po' di passeggiate per vedere cosa avesse di nuovo mia zia e poi mi sedetti dietro al bancone, accaldato ed assetato. Fui anche tentato di bere un sorso d'acqua : " se ne bevo pochissima…" continuavo a ripetermi: "forse mi abbasserei solo di pochi centimetri". Grazie al cielo fui abbastanza lucido da trattenermi così riuscii a dare il ben ventuo a mia zia e a Laura e Cristina che tornavano dal pranzo, ancora di dimensioni normali.

<< ti è piaciuto il panino? >> mi chiese Laura , io le risposi di si e la ringraziai, ma intanto mia zia, che si era seduta di nuovo alla cassa esclamò:

<< ma che hai fatto? Hai buttato tutto il caffè nel secchio dell'immondizia? Adesso gocciola tutto! >> risposi un po' esitante : << eh.. non mi andava! >> mia zia mi gelò con un'occhiata e Cristina disse: << beh! Lo lasciavi a noi! Sai che a me piace anche freddo! >>

Non seppi cosa rispondere e , scocciato mi avvicinai alla vetrina.
<< ma non hai bevuto nemmeno un po' d'acuqa ? >> mi fece notare Laura con più dolcezza mentre la apriva e beveva un po' lei. Io scossi il capo e a quel punto sentii mia zia borbottare: << certo che sei strano oggi! Prima non vuoi pranzare , poi non bevi un goccio d'acqua con questo caldo e (il colmo) butti un buonissimo caffè nel cestino! Sei sicuro di sentirti bene! >> a quel punto iniziai a pensare che sarebbe stato opportuno dire loro la verità e raccontare tutta la storia , dal primo rimpicciolimento in poi. In fondo con loro avrei passato motlissimi giorni e durante i corsi universitari più di tre pomeriggi a settimana. Magari mi avrebbero saputo aiutare o per lo meno le sarei dovute stare a sentire tutti i giorni a farmi queste prediche da "mammine" isteriche!

Comunque preferii non farlo subito; volevo parlarne , magari, solo con mia zia, mi infastidiva mettere al corrente Laura e Cristina di questa situazione ridicola! Mi immaginavo già le prese in giro, soprattutto da parte di mia cugina. Quel pomeriggio passò in fretta, vennero molti clienti e in breve furono le sette.

Laura e Cristina andavano in palestra insieme e ci salutarono. Io e mia zia restammo fino alle otto , oggi chiudevamo noi il negozio.
Io non vedevo l'ora di andarmene a casa a bere , ero al limite della sopportazione, mia zia , invece appariva tranquilla e felice di passare un po' di tempo con me. continuava a farmi domande sull'estate sull'università, ad un tratto mi disse :

<< senti, volevo mostrarti una cosa! >> e mi fece cenno di seguirla. Mi portò nella zona calzature ed afferrò un bel sandalo nero con il tacco alto , infradito; me lo porse e chiese:

<< ti piace o lo trovi troppo volgare? >> a me piaceva parecchio , soprattutto se ci immaginavo dentro il bel piede di mia zia o quello di Lorena, cos' risposi sinceramente : << No zia, lo trovo molto bello.. naturalmente molto di moda! >> mia zia sorrise soddisfatta e si sedette , accavallò la gamba e si sfilò uno dei suoi sandali , dicendo:

<< volevo proprio un tuo parere, tu hai gusto per quanto riguarda le scarpe femminili..me lo fai provare? >>

io guardai il numero stampato sulla suola e dissi : << questo non è il tuo numero zia, è un 37! >>

<< oh! Allora ti prego Riccardino mi vai a prendere un trentanove in magazzino?! >>

io la accontentai. Tornato con il suo numero glielo feci infilare come se fosse una cliente , e lei mi ringraziò. Con naturalezza, zia Anna si alzò in piedi ed iniziò a camminare , guardandosi interessata i piedi. Io li guardavo a mia volta , ero colpito ed eccitato e desiderai fortemente di farmi un bel gavettone d'acqua e correre verso i piedi di mia zia. Lei però continuò a chiedermi:

<< a me piacciono tantissimo questi sandali, però vedi? Le dita mi strabordano fuori dalla suola.. e mi sembrano un po' inadatte per una signora della mia età! >> io risposi insistendo: << no zia ti stanno benissimo! Hai bei piedi e le poi sono scarpe eleganti! >> Zia Anna sembrò compiaciuta e ripose i vecchi sandali nella scatola dei nuovi:

<< li voglio tenere un po'! >> mi disse tutta contenta, sembrava una bambina.

Dopo nemmeno dieci minuti mi ero già apprestato a chiudere le saracineche , lasciando aperta solo quella dell'entrata. Zia Anna indugiava ancora alla cassa. Era intenta a fare dei calcoli e sembrava anche un po' stressata; probabilmente l'estate non era andata bene come pensava per il suo negozio. Io non ero preoccupato, vendevamo cose carine e di sicuro avremmo avuto sempre un buon giro di clienti, così, (sia per la sete, sia per tranquillizzare mia zia) esclamai appoggiandomi al bancone:

<< dai zia! Non ti preoccupare! Questo negozio va che è una meraviglia! I calcoli li facciamo domani! Su , che io mi devo vedere con Lorena! >> << oh! Scusami ! se vuoi avviati, io resto ancora un po' qui! Chiudo io , non preoccuparti! >> io presi la palla al balzo e feci per andarmene , salutando mia zia , ma ,giunto sulla porta mi resi conto che stava iniziando a piovere. Si trattava di un improvviso diluvio settembrino, con il sole discendente che ancora illuminava la città. Imprecai e tornai sui miei passi, andandomi a riappoggiare al bancone, annoiato.

<< che fai ? hai cambiato idea? >> mi chiese Zia Anna perplessa. << No, è che sta diluviando! >> risposi annoiato. Mia zia allora si sporse un po' per guardare fuori, poi si voltò di nuovo verso di me e disse :

<< ma non è la tua macchina quella parcheggiata proprio qui davanti? >>
restai in silenzio, sconfortato. Zia insistette :

<< …ci metti un attimo a salire in auto! Ma che ti prende? Hai paura che ti si restringa la maglietta? >> a quel punto proruppi in una grande risata. Mi resi conto che erano d'obbligo le dovute spiegazioni , così iniziai:

<< Zia, non ci crederai .. e infatti non ci credevo nemmeno io all'inizio..ma se esco li fuori e mi bagno non si restringe la maglietta, ma io! Ormai sono giorni che sono in questa situazione! Un goccio d'acqua e "puff" mi ritrovo sommerso dai miei vestiti, alto dai 2 ai 4 centimetri! >>

probabilmente fui troppo veloce o forse , semplicemente era troppo strano quello che dicevo, così mia zia mi guardò come se fossi matto e mi chiese :

<< cosa hai detto? >> Con calma le raccontai tutto quello che mi era successo al mare con Lorena , le spiegai con quale ritmi ritornavo di dimensioni normali e che non potevo nemmeno bere niente , che aspettavo la sera per scolarmi tutta l'acqua possibile e per poi andarmene a dormire su un letto che per me era grand come un campo da calcio. Zia Anna restò incredula.

<< E non credi sia il caso di andare da qualcuno … non so, magari un medico ti potrebbe aiutare! >> mi disse.

<< Zia , quante persone al mondo pensi che siano nella mia situazione ? credo di essere io l'unico scemo! Non ne ho mai sentito parlare.. tu? >>

<< No , nemmeno io… però magari un professionista potrebbe trovare una soluzione! >>

<< … Guarda, lasciamo stare, non voglio farmi mettere le mani addosso da nessuno e ti prego di non andare in giro a raccontare quello che mi è successo, soprattuto non voglio che lo sappiano anche Laura e Cristina! Semplicemente sappi che devo stare lontano dall'acqua , quindi non mi chiedere di lavare le vetrine o di andarmene in macchina con questo tempaccio! >>

Zia Anna annuì e lasciò cadere l'argomento. Un po' era preoccupata ma una parte di lei non credeva alla mia storia, così , mentre aspettavo che spiovesse , Zia, mi si avvicinò con la bottiglia d'acqua. Appena la vidi indietreggiai dicendole :

<< cosa hai intenzione di fare? >> zia mi sorrise : << oh , niente Riccardino! Mi chiedevo se ti andava di farmi vedere quando diventi piccolo… per curiosità, poi a casa ti riporto io! >>

un brivido di piacere mi percorse la schiena, guardai i piedi di mia zia e mi immaginai sovrastato da lei , che con i suoi occhi chiari mi guardava dall'alto.

<< tanto hai sete no? bevi adesso e non ti preoccupare della pioggia , ti riparo io e poi ti lascio a casa! >> continuò mia zi avvicinandosi. Aveva uno sguardo divertito e curisoso, sulle labbra un bel sorriso. Io esitai ancora, temevo di far capire a mia zia che , in fondo , il mio rimpicciolirmi mi piaceva eccome , e che , soprattuto, mi sarebbe piaciuto molto stare ai suoi piedi. Così risposi:

<< Magari lo facciamo domani sera Zia, adesso devo scappare, ho un appuntamento con Lorena! >>

Lei mi rispose prontamente : << e come pensi di andarci con questa pioggia? >>

A quel punto mi rassegnai , presi la bottiglia di mano a mia zia e bevvi con gusto, feci appena in tempo a ridare la bottiglia a mia zia che mi ritrovai sommerso dai miei vestiti. In lontananza sentii mia zia esclamare :<<AH AH! Ma succede in un attimo! Vieni fuori!>>
Con non poca fatica trovai l'uscita dalla mia maglietta, appena giunto sul pavimento guardai davanti a me e mi ritrovai davanti gli enormi piedi di mia zia , calzati da quei sandali stupendi. Lei muoveva le dita divertita e sprigionava verso di me un odore forte. Alzai lo sguardo e la vidi dominarmi con tutta la sua immensa mole. Mi guardava affascinata. Io pensai che , questione di minuti, e il mio pisello si sarebbe alzato. Grazie a Dio il servizietto di Lorena quella mattina mi aveva calmato parecchio, così continuai ad avere una parvenza di persona normale.

<< guarda come sei piccolo! AH AH! >> disse e mi avvicinò il piede destro, posandolo a un metro (relativo alle mie dimenzioni) da me. l'impatto con il pavimento scatenò un terremoto e io caddi in avanti , sulle dita del suo immenso piedone. << Oh , scusami! >> disse con voce dolce zia Anna. Io mi misi carponi , ero sul suo terzo dito e l'odore forte mi stava stordendo. << sei così leggero che stento a sentirti li sopra, potrei dimenticarmi completamente di te! >> zia mosse il piede e io caddi all'indietro, finendo sdraiato sul pavimento, lei mi posò il piede accanto , mostrandomi il suo arco plantare che svettava sopra di me come un immenso arco. Non mi mossi e restai in contemplazione.

<< ti piace startene li a guardarmi il piede eh? >> disse d'un tratto sorridendo. Io divenni rosso di vergogna.

<< Ti ricordi quando da bambino ti infilavi sotto il tavolo da pranzo e ti mettevi vicino ai miei piedi? Una volta io stavo dondolando la scarpa e tu eri sdraiato precisamente sotto! Che amore! Adesso non devi nemmeno starti a sdraiare, sei contento? >> era incredibile, ero convinto che mia zia non avesse mai dato importanza a quegli episodi , invece li ricordava perfettamente e sapeva anche cosa mi piacesse tanto di lei.

<< sei così carino che vorrei schiacciarti! >> disse ad un tratto sollevando il piede sopra di me. io non avevo nemmeno la forza di muovermi:

<< ma ti ho promesso che ti avrei portato a casa in tempo, quindi, >> continuò lei sorridendo e chinandosi:

<< adesso ce ne andiamo in macchina! >>

Zia mi prese nella mano destra e mi infilò nel taschino della camicia, praticamente mi ritrovai seduto sulla sua tetta. Prese i miei vestiti , trovò le chiavi della macchina e uscì dal negozio.

Tornato a casa avrei passato una bella serata con Lorena e poi a dormire.

Continua...


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