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Nel sogno sono un ragazzo dellastatura di un insetto, alto appena 1 cm, mi trovo all'interno diuna casa sconosciuta in piedi sul pavimento e osservo i mobilidalle dimensioni titaniche accanto a me. Nella stanza entra unadonna sconosciuta che dall'asp etto sembra una donna di servizio,una cameriera, viene nella mia direzione e si ferma a pochi metrida me (in realtà pochi centimetri rapportati alla sua gigantestatura) lei alza la cornetta del telefono e fa una telefonata.Io dal basso del pavimento non vedo bene il suo viso ma il miosguardo cade sulle sue enormi gambe velate da un collant nero esui suoi piedi calzanti un paio di vecchie pantofole. Ad un certopunto alzo lo sguardo e (orrore) vedo che lei si è accorta di meaccanto ai suoi piedi e mi osserva. Io cerco riparo sotto lozoccolo del mobile alle mie spalle e la gigante cameriera, forsescambiandomi per un insetto, alza il suo piede contro di mecercando di schiacciarmi sotto la suola della sua pantofola. Manon riesce nel suo intento poichè lo spazio sotto il mobile ècosì stretto che la cameriera non riesce ad infilarci il piede.Io terrorizzato rimango immobile lì sotto ma la donna non si dàper vinta: dal piede destro sfila la pantofola e riprova adinsinuarlo sotto lo zoccolo de l mobile cercando di agguantarmicon le dita del suo enorme piede.

Ancora non vi riesce ma leenormi dita del suo piede si muovono pericolosamente davanti a me,l'odore del sudore del piede riempie il piccolo spazio del mionascondiglio ed io ne sono sto macato. Ad un certo punto lepareti del mobile cominciano a muoversi, la donna lo stavaspingendo da una parte per lasciarmi allo scoperto. Infatti in unsecondo fui privato del mio rifugio e il gigante piede scalzodella cameriera scese in tutta calma su di me. Era la fine, sareistato schiacciato lì sul pavimento come un insetto, invece non fùcosì. Le enormi dita del suo piede si piegarono intorno al miopiccolo corpicino, vengo così afferrato e trasportato sopra lasua pantofola, allora la morsa d elle dita si allentò ed iocaddi all'interno della pantofola.

Quest'ultima aveva un pò ditacco e quindi la pendenza mi fece ruzzolare nella sede delledita. Una frazione di secondo dopo il piede della donna era scesocompletamente nella pantofola ed io rimasi pressato sotto unamontagna di nylon nero caldo e fetido di sudore. Mi trovavoimmerso nell'oscurità e nelle puzza e pressato sotto le dita delpiede della cameriera gigante. D'un tratto lei comincia a muoverele dita del piede sotto le quali m i trovavo giocherellando conil mio corpo che, a suo avviso, era non più di un piccolosassolino dentro la sua pantofola.

Fine.

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