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L'esecuzione

Part I sent by Crushed and uploaded on data 12/February/2003 02:52:07


Eligobal Sandovi fu portato nella Saladelle Esecuzioni alle 22 in punto. Non oppose resistenza,ancheperche' pesanti catene ne imprigionavano le possenti membra e gliera difficoltoso anche muovere i piedi per camminare. -La lottaper la liberta' degli uomini non muore con me- sibillo',mentre ledue sacerdotesse vestite di nere tuniche lo sistemavano sotto ilraggio miniaturizzante. Il processo di miniaturizzazione fubreve,ed Eligobal fu ridotto alle dimensioni di 20 cm. Nel mentreera privo di coscienza per l'effetto del raggio fu velocementesistemato sul tavolo dell'esecuzione dalle due efficentisacerdotesse,che lo legarono a gambe e braccia aperte nella suanuda impotenza.

Quindi uscirono silenziose e ilcondannato resto' solo. Al di la' del vetro occhi crudeli efreddi lo scrutavano,e quando egli ebbe ripreso conoscenza nellastanza entro' l'Esecutrice. Eligobal non pote' fare a meno diammirarne le sensuali e plastiche movenze,pur sentendo gia' ilsuo cuore farsi freddo al pensiero di cio' che stava per fargliquella creatura bella e mortale. - Hai qualcosa da dire,uomo?-chiese retoricamente l'Esecutrice mentre armeggiava con unascatolina dandogli le spalle. Indossava una veste rossa lunga, eai piedi aveva dei morbidi sandali aperti con tacchi a spillo.

I suoi lunghi capelli erano biondi,il suoviso bellissimo ma freddo come il tocco di Lilith. -Si.Qual'e' iltuo nome?- chiese dopo breve esitazione Eligobal. La ragazzasembro' stupita da tale richiesta,ma alla fine disse:- Sefora e'il mio nome.- E cio' detto si stese al suo fianco inginocchiata,econ uno spillo sottilissimo pratico' velocemente alcuni buchininel corpo del condannato,nei suoi fianchi. Eligobal non senti'molto male,ma anche se ne avesse sentito non avrebbe gridato. Sel'era ripromesso:" Non darli soddisfazione.Non urlare.Nongridare.Muori bene.", penso' mentre lo spillo pungeva le suecarni piu' volte. - Cos'e',un nuovo gioco sadomaso?- chiesebeffardo,reprimendo una smorfia di sofferenza. - Non e' tempo digiochi- Rispose con un sorrisetto Sefora,suo malgrado colpita dalcoraggio della sua vittima. - Da questi buchini tra breve uscira'la tua energia,cosicche' io poi possa procedere al tuoschiacciamento con maggiore tranquillita' che non dovendotelofare mentre ti agiti e ti sbatti con la tua notoria...irruenza.-E gli sorrise mentre si toglieva i sandali e gli si avvicinavatorreggiando su di lui. - In fondo- continuo' Sefora mettendoglila punta del piede nudo sul ventre,un tocco freddo che fecetrasalire leggermente Eligobal- per te sara' una morte menopenosa...dovresti ringraziare la Signora Suprema per averti datoquesta facilitazione. E con cio' inizio' a premerlo.

Lo faceva con lentametodicita',sorridendogli maliziosamente. Dopo un po' Eligobal siaccorse che dai molti buchini che Sefora gli aveva praticatoiniziava ad uscire sangue. Piano piano,sotto le lente einesorabili premute dell'Esecutrice,si formo' una piccola pozzarossa che si allargava dal suo corpo legato.La sensazione diimpotenza di Eligobal era fortissima.Sefora lo stava lentamentedissanguando, e lui non poteva fare niente per impedirle difargli uscire la sua vita cosi' come stava facendo.Una torturalenta e crudele,altro che "facilitazione".Il piede diSefora lo premeva con delicatezza mortale.Inesorabile.Eligobalsentiva la vista appannarglisi,e le sue membra perdere latonicita' possente che le caratterizzava. Cerco' di dibattersi,maci riusci' solo debolmente. Sefora su di lui lo guardava beffardae fredda.Il suo piede lo premette ancora qualche volta,poi smise.- Ti senti un po',come dire, debole?- Lo scherni' lei giocandocon la punta del piede nel suo sangue,facendo dei ghirigori sulpavimento. - Bastarda- Riusci'a dire Eligobal. - Te ne ho fattouscire un bel po',di sangue.E' bello rosso.Credo sia sufficente-disse Sefora rimettendosi i sandali. - Ora ti faro' uscire quelloche hai dentro- E poggio' il suo piede sulla sua pancia- E non e'una metafora- concluse.

La prima pressione,decisa econtinuata,provoco' spruzzi di sangue denso e caldo da vari puntidel corpo di Eligobal. Egli apri' la bocca in cerca disperatad'aria,strabuzzo' gli occhi,ma non grido'. Grido',invece,in modostraziante e suo malgrado, quando vide che Sefora ,continuando apigiarlo,gli aveva fatto uscire gli intestini da fuori.Caldi,fumanti,si aggrovigliarono sul pavimento. Sefora ormai lopremeva con forza,maciullando orribilmente ossa e carne.Il sangueusciva a fiotti violenti. Eligobal urlava senza piu' ritegno.Sbatteva la testa di qua' e di la,cercando di dibattersinell'assurdo tentativo di sottrarsi in qualche modo allo strazioosceno che Sefora stava facendo del suo essere,fisico e mentale.Forse,pateticamente,ilsuo ultimo pensiero cosciente fu che quel dissanguamento parzialedi prima non aveva poi avuto molto effetto sulla sua energia. Poigli occhi gli uscirono fuori dalle orbite,e fu il buio. Seforafini' di sviscerarlo con calma e metodicamente.

Poi,una volta ridottolo come un sacchettovuoto,lo lascio' li' a contorcersi negli ultimi deboli spasmiagonici, e ticchetto' coi suoi sandali fuori dalla stanza,nonsenza prima aver rivolto un beffardo "ciaociao" alpovero corpo schiacciato e maciullato che fu dell'eroe dellaRivolta dei Maschi.

Fine.






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