La galleria d'arte
Part III sent by Packy and uploaded on data 13/February/2003 21:13:45
Lei entrò nella cabina della doccia, epoi si sentì lo scroscio dell'acqua, io invece ero in un bidèenorme tutto nudo in mezzo al sapone per l'igiene intima, nonpotevo fuggire, anche a raggiungere il bordo non sarei andatolontano, infatti l'estremità del bordo del vasca calcolai chedoveva trovarsi ad un'altezza di 8 o 9 m, lo supposi in quanto ioda li vedevo solo quanto stava in alto. In quel momento di calmapensai a cosa mi era successo in neanche mezza giornata, nonavevo neppure idea di come avessero fatto a ridurmi cosiminuscolo, e soprattutto che fine avrei fatto! Un rumore la portadella doccia si aprì, e lei uscì ed inizio ad asciugarsi, poimi fissò e senza parlare mi sollevò ed mi mise nell'asciugamanoe mi disse:- "asciugati, che poi andiamo a mangiare qualchecosa", non ci avevo pensato, avevo pure fame ed ero stanco,io le dissi:- "Avrei anche necessità di andare al bagno,per modo di dire!". Mi chiese:- "Che necessità?",io:- "Di fare pipi e il resto sai, sono piccolino ma...","Eccoti, falla dentro qua, io intanto di guardo.".
Era un ditale, incredibile io dovevosedermi su un ditale e cagarci dentro intanto che una donna miosservava ridendo e sfottendomi, finto mi alzai e lei mi pigliòmi voltò con la schiena e mi portò al naso, annusò il sedereed disse:- "non puzza, aspetta che te lo pulisco", e midiede una poderosa leccata mi posò sul pavimento e poi indossòuno slip molto bello quasi trasparente al centro che via viaandava scurendosi con deliziosi ricami sui bordi, naturalmente ilreggiseno non era da meno con i capezzoli molto pronunciati nerisaltava tutto il suo splendore, anche struccata Prisca era unaragazza moto carina oserei dire una grande gnocca, aveva unpiccolo difetto, era alta circa 40 m, e lei che aveva il totaledominio su di me godeva a violentarmi, e non perdeva un'occasione.Indossò l'accappatoio e m'infilò nel reggiseno tra il reggi ela tetta, assicurandosi che ero inserito bene con le gambe sinoal busto, in quel istante sporgevo solo con le braccia enaturalmente la testa, si allacciò l'accappatoio rosa di spugnaed andammo in cucina, lei mi accarezzava e mi chiedeva come stavo,io le dissi:- "Ora sto bene, ho pure fame, ma mi spieghi cheintenzioni avete nei miei confronti?".
Rispose: "Vedrai sarà una sorpresa,tu farai lo schiavetto delle donne benestanti, cioè quelleclienti che potranno pagarci i tuoi servigi, tu farai lavorerai agratis per noi, e saremo noi ad incassare, se non ti va puoiandartene se ce la fai, eh eh eh eh. Mi ripose su un piano dimarmo della cucina aprì il frigo e mi disse:- "Ora ceniamo".Mangiai un po' di tutto, fu molto gentile e mi spiego che da leimai nessuno dei suoi ospiti aveva patito la fame. A quell'affermazionecapii definitivamente che io non ero un'eccezione, ma uno deitanti sventurati, chissà quanti altri colleghi c'erano in giroper il mondo!!! Capii pure che le speranze per ritornare normalesi riducevano sempre più. S'adagiò sul divano ed accese latelevisione, s'allungò e mi mollò ai suoi piedi dicendomi:-"Leccami un po' le dita, ma con energia, fatti sentire",lei mi guardava e muoveva i piedi in modo che io mi ci trovassicompletamente avvinghiato, scimiottava con me modo molto sadico,mi tornò in mente il giochino o meglio la tortura con la matitadi oggi pomeriggio, infatti Prisca da momenti di calma egentilezza passava ad momenti di ira e sadismo portati all'eccesso,il tutto era accentuato dal suo sguardo maligno, la miasituazione era che mi trovavo compresso tra le sue piante deipiedi, malgrado che aveva fatto la doccia si sentiva già lapuzza tipica. Sfottendomi con voce assai sensuale mi chiedeva dispicciarmi, ero immobilizzato, la stronza lo sapeva, dicendomelosi toccava la zia, aveva la mano destra completamente negli slipe la muoveva in modo molto sinuoso, la peluria cominciava aduscirgli da bordi, la faccenda stava prendendo una brutta piegaper me, la giornata non era ancora finita, domani era sabato ePrisca per quanto ne sapevo poteva anche fare anche le orepiccine.
Mi ordinò:- "Quando hai finito coni piedini vieni qua, ma assicurati che di averli ben leccati",mentre me lo diceva con il dito medio sinistro si strofinava glislip proprio all'altezza del buco. Dopo averle leccato bene tuttii due piedi, mi sollevai su una delle sue gambe e mi adagiai comefosse una sella ed inizia a dirigermi nella sua direzione, leidistolse lo sguardo dalla televisione e mi disse:- "Come osisenza permesso, laggiù non hai ancora finito e ora ritornaci erifai tutto il lavoro, così impari a smettere di tua iniziativa!",io attonito gemetti e dissi solo:- "Ma, io non sap.., nooo!",lei rapidamente mi pigliò ,con due dita e mi sollevò a testa ingiu fino alla sua faccia, muovendo vistosamente la mano a destrae sinistra facendomi oscillare in qua e la davanti al suo sguardo,dicendomi:- "A minacciarti non serve a niente, ora vedrai.",m'appoggiò sulla sua lingua, io ero sempre sospeso, inclinò latesta in dietro ed aprì la bocca ed io venni calato in boccaquasi completamente, non capivo più niente, lei muoveva lalingua, si divertiva ad issarmi ed a calarmi io ero sempre acontatto con la sua calda saliva, avrebbe potuto finirmi in unattimo inghiottendomi non parliamone dell'alito era asfissiante.
"Hai capito adesso in casa mia gliinsetti come te non hanno nessun diritto, se non quello distrisciare, ed ora continua dove hai smesso, e ora fallo megliose non rifacciamo il giochino della bocca, hai capito ilmessaggio?" Io annuii, e una volta riposto sui suoi piediripresi di bel nuovo il lavoro, passò un ora buona e gli chiesi:-"Ehi ora posso smettere?" Lei si rimirò i piedi limosse in modo di colpirmi e bloccarmici in mezzo e con tono disuperficialità e indifferenza mi disse:- "Sii, potevi faremeglio, sai se non fossi stanca te lo farei rifare, ma ora dopoquesta intensa giornata e meglio andare a letto,...", leicon le due mani allargò l'orlo degli slip e aggiunse:- "...suvieni entra qua questa notte dormirai li, il pigiama per te nonce l'ho, sai devi abituartici,.." notò la mia titubanza econtinuò "....non farti pregare", l'orlo degli slipera posta a 2m e oltre, per facilitarmi distese il dito medio a mòdi scalino così che potessi arrampicarmi, infatti entrai a testain giù non feci nemmeno in tempo a girarmi che rilascio l'elastico,gli dissi:- "Sei proprio una stronza lo hai fatto apposta",lei in gesto di stizza mi diede una pacca, un colpo terribilerimasi un attimo intontito, mi ripresi e mi resi conto che latroietta mi aveva sistemato per la notte, aveva di nuovo la figainzuppata un profumo gradevole la sua peluria bionda mi stavaavvolgendo e li mi resi conto grazie anche alla sua complicitàche stavo lentamente scivolandoci dentro, era come le sabbiemobili, attraverso al nylon degli slip mi accorsi che si eraalzata e che ora si trovava davanti ad uno specchio e si erainginocchiata divaricando le gambe, gemeva in modo molto volgaree con il dito medio se la massaggiava, incurante della miasituazione, con quegli scossoni mi ritrovavo sempre di piùimmerso nelle sue labbra e il liquido vaginale, cercai diassicurami agli slip, questo almeno per poter respirare, ma mieera impossibile trovare appiglio era una superficie liscia, stavosoffocando o meglio annegando non respiravo più, improvvisamenteintrodusse un dito e lo inserì nella vagina, io lo presi comeappiglio e cercai di uscire, lei mi sentì e con me appeso mitolse e ghignando mi leccò tutto, s'alzo in piedi e si diressein stanza, nel tragitto mi rimise negli slip, ma questa volta misistemò bene e mi disse:- "Buona notte, riposati bene,domani ti presento ad alcune mie amiche, li si che vedrai cosasignifica essere in mano a donne libidinose e per lo più ancheamanti del feticismo, quello di classe". Si mise a letto edspense la luce, io non so come fu possibile ma m'addormentai amia volta! L'indomani mi sveglia e pensavo ad un terribile sogno,ma poi realizzai che il nylon davanti a me non era nient'altroche i giganteschi slip di Prisca, ero tutto appiccicaticcio edindolenzito, l'ambiente era poco illuminato e ancora umido, sopradi me avevo le sue mutande, la camicia da notte e il piumone erosuo prigioniero. Ci fu uno scossone, si stava svegliando, unbagliore ed improvvisamente un dito gigantesco allargò l'elasticodegli slip e mi raggiunse, mi toccò delicatamente come persincerarsi della mia presenza, esclamò:- "Ah! Buon giorno,hai dormito bene laggiù? Il materasso era abbastanzaconfortevole?", mi tolse dal giaciglio e mi sollevò aifianchi con il pollice ed l'indice, mi rivoltò verso lei e miammirava come se fosse la prima volta e aggiunse toccandomelo:-"Alla mattina avete sempre il pisellino in forma voimaschietti! Eh! Cosa ne facciamo ora? Ma si dai una leccatina nonfa male, mi avvicinò alla sua enorme bocca il suo alito eraterribile, mi leccò tutto da cima a fondo, io la supplicai:-"No, non farmelo più, non ti sei divertita abbastanza, tiprego." Non reagì nemmeno e alzandosi mi disse:- "Orafacciamo colazione, sai credo che abbia più gusto con l'aggiuntadi marmellata, lo deve rendere più succoso, ora vedrai tidivertirai".
Mi lasciò sul tavolo e si affrettò adapparecchiarlo, prese il vasetto della marmellata e ne riversòuna montagna su un piattino. Fissando alternativamente il piattoe me, capii che li io ci sarei finito, una frazione di secondo emi fece cadere nella marmellata, io mi dimenai per cercare diuscirne, ma lei con molta disinvoltura me lo impediva, sidivertiva con le dita a pasticciare la marmellata con me dentro,con un sorriso pieno di soddisfazione aggiunse:- "Ora tiassaggio, Mmmh, che buono, sei provocante lo sai?", gustòpure il caffè e poi mi disse:- "Vado a vestirmi e atruccarmi, cosa desideri che metta oggi? Magliettina sportiva congonna a spacco e scarpettine con un leggero tacco! Ti va? Tantoper te è uguale, ah ed il rossetto per baciarti meglio, un belrosso vivo, poi te lo faccio provare." Mi lascio sul tavolonudo ed tutto zuppo di marmellata, nel frattempo che lei sipreparava cercai di pulirmi un po' , ma non era facile, avevalasciato un tovagliolo usato vicino al coltello, era l'unica cosache potessi usare. Dopo un venti minuti, ne ero certo in quantoalla parete della cucina era affisso un orologio tornò, erasplendida, si stava aggiustando il rossetto con le labbra, e milanciò dei bacini con il leggero movimento della bocca, io eroli impalato in piedi, al bordo del tavolo non mi sporgevo troppoin quanto avevo paura dell'altezza li mi trovavo ad circa 16-18 mda terra, si avvicinò e si abbassò nella mia direzionechiedendomi a bassa voce:- "Ti piaccio così?", io lerisposi:- "Sei splendida.", e lo era veramente, midisse:- "Sei furbo, lo sai che i tuoi complimenti mistimolano adesso ti faccio un regalino.", io era a meno didue metri dalla sua bocca, si mosse nella mia direzione e mi baciò,fu terribile mi senti tutto compresso, finito il massaggio sialzo e prese le chiavi della macchina, io avevo cambiato coloreero di un rosso vivo che non vi dico.
Lei mi fissò e rise dicendo:- "Nocosì non vai da nessuna parte sai, ora ti prendo dell'acqua edel sapone e ti lavi un pochettino", prese una tazza e cimise dell'acqua mi mise dentro, poi portò la tazza esattamentesopra il dosatore del sapone e me ne schizzo una valanga su di me,dicendomi:- "Lavati, sporcaccione, dai che dobbiamo andare..",chiesi:- "Dove?", "Andiamo da una mia amica, lefarà piacere conoscerti, le bamboline come te le adora, ora timetto nel tuo posto, non urlare, questo lo sai già". Vennialloggiato negli slip e poi abbassò la gonna e si fece piùscuro, vedevo solamente le sue gambe ed il pavimento. Arrivammo acasa dell'amica, suonò il citofono, "Chi è?" la vocedall'altra parte, "Sono io, Prisca, ho qualche cosa damostrarti, o meglio presentrarti", il portone si aprì"Sali, presto.", arrivati al piano sentì la voce dell'amica"Dai entra e fammi vedere, fammi toccare", un bagliorela gonna fu scostata ed una mano gigantesca paspeggiò lo slip,le dita allargarono l'elastico e io la vidi, l'amica esclamò:-"Wow, aspetta che ti prendo....", chiedendomi:- "Quantevolte ti ha già fottuto questa porcona di Prisca? Su rispondinon essere timido." Io ero stretto nel pugno della ragazzarisposi:- "È da ieri pomeriggio che subisco abusi sessualicon ogni donna che vedo." Lei sorrise e aggiunse:- "Saihai ragione ora ti fotto anch'io, eh eh eh." Mi lasciò sultappeto di lana, la ragazza di cui non avevo ancora capito ilnome, tolse il piede sinistro dalla pantofola, io ero inerme,prima mi giunse il tanfo mi voltai e caddi all'indietro e subitovenni costretto a terra dall'enorme massa maleodorante e sudatadel piede, dalle sue dita sporgevo unicamente con la testa, enotai che la troietta era ancora in pigiama, infatti indossavaunicamente una maglietta fino alle anche, non aveva gli slip,"Sai Daniela, non è ancora docile, ma imparerà, ne sonocerta" dicendoli questo Prisca aveva allungato una mano inmezzo alle gambe di Daniela e con le dita armeggiava nella suazia, ansimava le piaceva, notai pure che anche Daniela nonscherzava, erano lesbiche le stronze, io a quel punto caddi inangoscia e non potei fare a meno di pensare o immaginare cosa duelesbiche avrebbero potuto fare ad un insetto come me, la giornataera ancora lunga, Daniela sussurrò qualche cosa a Prisca chesorrise e si passò la lingua sulle labbra, mi guardò e s'abbassoghignando mi disse:- "Sai che bella idea ha avuto Daniela,ha ha ha, ora però ti metto in un posticino sicuro non è ancorail tuo turno, aprì un cassetto della scrivania e mi gettòdentro chiudendolo, si fece buio completo.
Continua...
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