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Weekend

Part II sent by Jryan^ and uploaded on data 15/February/2003 20:39:21


Quando riaprii gli occhi ero in un luogobuio pervaso da un forte odore di chiuso. Un terribile giramentodi testa non mi permetteva di capire dove mi trovassi di precisoe sentivo a malapena un forte dolore che si diffondeva in tuttoil corpo. Avevo come l'impressione di essere stato colpito conviolenza al petto, all'addome, alla testa.ovunque. Passandomi unamano addosso sentii numerosissimi graffi e i vestiti laceri;allora mi resi conto che il viaggio nelle mutande della bellaDaniela si doveva essere prolungato per diverso tempo.

Passarono alcuni minuti e riacquistandocoscienza mi accorsi di essere sdraiato su qualcosa di morbido ,in un luogo piccolo e buio, probabilmente un cassettodell'armadio della donna. Preso da un'ansia improvvisa iniziai atastare tutt'intorno cercando una via d'uscita, come se mimancasse l'aria, e speravo che Daniela si fosse sbrigata avenirmi a liberare. Fuori dal cassetto v'era però un silenzioininterrotto e anche dalle altre stanze sembrava non provenissealcun suono. Insospettito mi chiesi se era possibile che unragazzo delle mie dimensioni non sentisse il minimo suonoprodotto da tre persone gigantesche in giro per casa. Temei diessere finito chissà dove; magari potevo essere scivolato sullagamba di Daniela ed essere caduto al suolo. Non riuscii a darmiuna risposta per parecchio tempo e all'agitazione subentrò unatranquilla attesa rassegnata.

Mi sdraiai comodo sui soffici indumentiprofumati e riposai, sentendo il dolore affievolirsi lentamente;dopo tutto mi era andata veramente bene se ,dopo più di un'orapassata in mezzo ai glutei di una gigantessa, ancora ero vivo esenza niente di rotto. Di colpo sobbalzai in piedi appena sentiiun boato. Nel cassetto si scatenò un terremoto e il buio fuinvaso da una luce accecante. Tesi le mani verso l'alto come perdire a chiunque stesse aprendo il cassetto: "ehi! Ci sonoqui io!" e subito dopo la dolce voce si Daniela disse:<< Come stai ?>> io non risposi e mi limitai a fareun respiro di sollievo mentre sentii i polpastrelli dell'indice edel pollice di Daniela stringermi tutto il piccolo corpicino esollevarmi con delicatezza.

Daniela mi mise davanti ai suoi grandiocchi e scrutandomi attentamente continuò: << Guarda comesei ridotto! Sei tutto graffiato.ti stavo per ammazzare prima!>>mi persi con lo sguardo nella profondità dei suoi occhi e lesorrisi. << vieni qui insettino! Mi ero proprio spaventata!>>esclamò la donna sedendosi sul letto e stringendomi al petto, iomi ritrovai compresso su una sua gigantesca tetta morbida e calda, poi mi mise nel palmo della mano e mi iniziò ad accarezzare laschiena con le dita dell'altra mano, sorridendomi. <<Prima, appena siamo tornati a casa sono corsa in camera e mi sonosfilata le mutande; ti ho visto immobile come se fossi morto e miera preso un colpo ,ma poi mi sono accorta che eri solo svenuto ecosì ti ho riposto nel cassetto mentre facevo cenare Da e A.poverino,chissà quanto te la sei vista brutta!>> Io mi godevoquelle morbide dita mentre si strofinavano sul mio corpo con untimido sorriso di godimento sul volto. << Oggi sono statatroppo imprudente.scusami.>> disse con tono cuposmettendomi di accarezzare e posandomi con delicatezza sullasuperficie del letto.

La guardai perplesso; nonostante ilrischio , i graffi e i lividi stavo ancora bene, e anzi essere dinuovo tra le sue mani era per me come stare in paradiso. Danielasi alzò in piedi e si andò ad appoggiare all'armadio: <<.Credo proprio che sarò costretta a riportarti a casa dai tuoi esubirne tutte le conseguenze!>> io iniziai ad agitare lebraccia e a scuotere il capo urlando: << No! Tienimi qui!Non puoi riportarmi a casa!>> per me , infatti, sarebbestato un incubo ritornare nella mia famiglia, sarei statopiccolissimo e quindi già di per se in una situazione tragica, epoi senza la possibilità di potermi godere il lato positivodelle mie dimensioni; senza Daniela con la sua bellezza e i suoimodi. Daniela scosse il capo e si guardò allo specchio: <<Adesso non cominciare! In fondo lo sai anche tu che è la sceltapiù giusta!>> io continuai ad agitarmi mentre la guardavogigantesca poco lontana, con la bella camicia bianca sbottonatatanto da fare intravedere il reggiseno , con i pantaloni scuri ei bei sandali dal tacco alto , calpestati da quei meravigliosipiedi smaltati.

Come per ribellarmi a quella decisone chesembrava inevitabile presi a correre sul letto urlando: <<Non puoi riportarmi a casa! Lo sai anche tu che cosa significariportarmi a casa!sia per te che ti beccherai chissà qualeaccusa, sia per me che sarò sottoposto a chissà qualiesperimenti nel tentativo di essere riportato alle stessedimensioni!>> lei non aveva sentito ,naturalmente, unaparola, ma sembrava essere cosciente di tutta la situazione,solo, non poteva prendersi una responsabilità tanto grande.Sapevo che dovevo convincerla, così preso il coraggio saltai giùdal letto per andare ad atterrare su un cuscino colorato dispostoaccanto a questo e poi presi a correre verso la scrivania doveavevo intenzione di nascondermi per poter ottenere da Daniela ciòche volevo. Lei mi guardò saltare dal letto protraendosi inavanti come per afferrarmi, urlando: << Oddio! Ma che fai!>>mi vide atterrare su cuscino e poi scomparire sotto il mobile,allora si mise una mano sulla fronte e sbuffò piena di ansia.

Camminò fino alla scrivania e ci siappoggiò con le mani. Da li sotto riuscivo a vederle solo igiganteschi piedi imponenti come quelli di una dea alla qualesarebbe stato impossibile sfuggire. << Allora! Ti devostanare io o vieni fuori tu senza creare problemi?>> dissecon voce seccata. Io di li sotto tremai al pensiero che fosseirremovibile dalla sua decisione e mi appiattii con le spalle almuro , mentre Daniela già aveva infilato i piedi sotto il mobileimpedendo alla luce di illuminare. Sentivo solo il forte odoredei suoi piedi e con il cuore in gola cercavo di capire cosastesse per accadere, di colpo si scatenò il terremoto e lascrivania si spostò sopra la mia testa. Guardai in alto e vidiil viso di Daniela, lei abbassò velocemente la mano su di me maio fui abbastanza veloce da evitarla; corsi in avanti e uscii dasotto la scrivania passando tra il tacco e la suola del sandalodi Daniela. Mi diressi veloce verso il letto, li sotto sareistato sicuramente più protetto. Daniela non si accorse che io miero allontanato dalla scrivania , così continuò a spostarlacercando di trovarmi. Da sotto il letto la osservavo quasidivertito, poi lei si voltò scrutando il pavimento, io mi tiraiindietro, nell'ombra.

Non mi aveva visto e continuò achiamarmi preoccupata. Alla fine si venne a sedere sul lettoposizionando i suoi bei talloni davanti a me, si sfilò i sandalie li allontanò posando i suoi bei piedi nudi sulla morbidamoquette. Io incantato guardavo le sue estremità mentre le molledel letto cigolavano sinistramente sopra la mia testa. <<Non ci vuoi proprio tornare a casa eh?! Su vieni fuori e smettiladi scappare, altrimenti invece che riportarti a casa ti schiaccio!>>disse Daniela; subito dopo la porta della stanza si aprì e Da eA apparvero dal corridoio , in pigiama, con i piedi scalzi echiesero perplesse guardando la madre: << Mamma.ma con chistai parlando?>> Daniela sussultò e con esitazione rispose:<< s-stavo parlando tra me e me.>> Da scosse il capoe ribbatté: <<e chi è allora che non vuole tornare a casae che se non si fa vedere tu lo schiacci?>> Daniela risposeprontamente :<< un ragno!>> Da restò in silenzio e Aavvicinandosi scatenando un terremoto disse : <<Mamma .cosaci stai nascondendo da oggi? Ti sei iniziata a comportare in modostrano da oggi pomeriggio, da quando Riccardo si è sentito male!>>Daniela allora si sentì costretta a confessare per non offenderel'intelligenza delle figlie: << Oggi Ricky non è tornato acasa! È qui in camera , piccolo come un insetto!>> Da e Asembravano sconcertate. << .quando sono entrata al bagnoper vedere come stava non l'ho trovato , stavo per uscire dalbagno credendo mi stesse facendo uno scherzo quando vidi unapiccola creaturina sul pavimento.

Pensavo fosse un insetto e stavo perschiacciarlo ma poi mi accorsi che era Riccardo.così l'honascosto in camera perché temevo che voi poteste esserepericolose per lui, ma io lo sono stata sicuramente moltissimo!>>Da chiese :<< ma come ha fatto a diventare piccolo?>> << Non ne abbiamo idea.>> rispose Daniela.<< e perché non lo hai riportato a casa. o magari chiamatoqualcuno?>>chiese A << Perché lui era spaventato enon vuole assolutamente tornare a casa, è per questo che adessosi sta nascondendo!>> Da allora esclamò : <<Cerchiamolo!>> Daniela scosse il capo e disse : <<No, voi fatemi il piacere di uscire , non credo sia contento difarsi vedere da voi nelle sue condizioni.>> Da e A alloradissero:<< Ma che! Ricky dai vieni fuori!>> fiducioseche io sarei corso ai loro piedi. Restai invece in silenzionascosto sotto il letto , non avrei mai sopportato di esserevisto da loro e soprattutto da A che mi piaceva particolarmente.Poco dopo Da e A uscirono lasciando Daniela e me da soli incamera. Daniela disse :<< Poverine , si sono offese!>>io annuì triste. << Ricky.fammi un favore, vieni fuori ,mi stai facendo preoccupare, decideremo insieme che cosa fare.>>attese un po' sperando che io sarei uscito allo scoperto, marestai nascosto ancora un po' , lei sbuffò, e io sentendomi uncretino corsi verso i suoi piedi e guardai verso l'alto sperandodi essere abbracciato dai suoi occhi, invece lei si sdraiòsfiorandomi con i piedi e chiuse gli occhi.

Senza aver modo di farmi sentire dallabella Daniela , indietreggiai aspettando che lei si decidesse aguardare di nuovo il pavimento, ma un attimo dopo si aprì laporta , io mi voltai e vidi A guardarmi dall'alto sorridente estupita con i suoi occhi azzurri. Sussultai e feci per scapparema il suo piede mi fu addosso in un attimo mi fermò sotto le suemobide dita e silenziosa mi prese in mano e uscì dalla stanza.Daniela non si era accorta di niente. Sentire le umide dita deipiedi di A sulla mia schiena era stato tremendamente umiliante.Adesso mi stringeva nel pungo e saliva di corsa le scale direttain camera per mostrarmi alla sorella. Mi stringeva tanto forteche pensai che da un momento all'altro mi avesse rotto qualcheosso. Giunta in camera la sentii esclamare mentre accendeva laluce: << Da! Guarda! Ho trovato Ricky!>> la sua manosi aprì e io cassi sul morbido letto. Da aprì gli occhi giàassonnati e guardò verso di me: << Mammamia! Èpiccolissimo!>> alzandosi ed avvicinando l'enorme viso. Asi sedette alle mie spalle e mi afferrò tra l'indice e ilpollice con una tranquilla leggerezza: << Ehi! Come staiRicky?>> mi chiese. Io ero paonazzo in viso per lavergogna; un conto era essere piccolo come un insetto tra le manie i piedi di Daniela, un conto era stare in quelle delle mie dueamichette del cuore.

Quando poi A mi teneva in manol'umiliazione era massima perché verso di lei provavo anchequalcosa di più che una semplice amicizia. Di colpo Da mi strappòdalle mani della sorella e guardandomi sdraiato nel palmo dellasua mano disse mostrandomi la sua immensa bocca sorridente che miavrebbe potuto inghiottire come se fossi una tic-tac:<<Come hai fatto a diventare così piccolo? Seistranissimo, non sembri nemmeno una persona!>>mi piazzòl'indice sul petto comprimendomi terribilmente come perconstatare le mie effettive dimensioni, poi A mi riprese nellesue mani e mi posò sul letto, mi guardò dall'alto e scherzò:<<Adesso credo proprio che ti calpesteremo!>> Da .prontamenteposò i suoi enormi piedi davanti a me, divaricando le belle ditae restando seduta sul suo letto. Balzai indietro preoccupato,forse le due non si rendevano conto del pericolo cherappresentavano per me. In un attimo l'odore dei piedi di Da mientrò nelle narici e lei mi prese per il torace tra l'alluce el'altro dito. Sentii il sangue pulsare nelle sue venetutt'intorno al corpo, poi sentii la voce di Daniela : <<Ma che fate cretine!>> mi voltai e vidi la bella mano dellagigantessa calare su di me. Mi strinse nella larga e spaziosamano e poi disse alle figlie: << Ma siete matte! Potrestefargli male!>> << No! Stiamo attente, ti pregolasciacelo è bellissimo!>> disse Da << Infattimamma, mica siamo sceme che non stiamo attente a non fargli male!>>Daniela con un tono che mi incuteva un certo timore gridò:<< sono stata a cercarlo altre tre ore e mi stavopreoccupando! Almeno avvisatemi!>> le due restarono insilenzio , poi Daniela uscì dalla stanza : << Adessocercate di dormire, domani mattina potrete parlare un po' conRicky , e sperate che riusciamo a trovare una soluzione entròlunedì!>> sbatté la porta e scese le scale per poitornare in camera sua.

Mi stingeva nel palmo della mano con unaviolenza nuova nei miei confronti, come se fosse infuriata. Unavolta in camera mi posò ai suoi piedi e restò sopra di medominandomi con le sue lunghissime gambe. Sbatteva il piede aterra nervosa facendo vibrare il terreno. Io osservavo quel piedeimmenso che calpestava ripetutamente il terreno, poi la sua voceseccata mi fece saltare: <<Cosa pensavi di risolverescappando per tutta casa?>> non risposi e svagaiguardandomi intorno nonostante il continuo battere del piede diDaniela mi facesse stare con il cuore in gola. Se ne stava lisopra di me e mi guardava vicino ai suoi piedi nudi con il visoarrabbiato , pensai che se avesse voluto punirmi per me sarebbestata durissima. << Non lo fare mai più! Con me cerca diparlare! Altrimenti la prossima volta che scappi ti lascio ingiro per casa come uno scarafaggio e non mi faccio problemi acamminarti sopra se mi capiti tra i piedi!>> avvicinò a meil piede muovendo lentamente le dita:<< adesso chiedimiscusa !>> io mi avvicinai al suo alluce e baciai ilpolpastrello, poi guardai il viso di Daniela che era ancoraarrabbiata, come se pensasse qualcosa, e infatti allontanò ilpiede e riprese: << Dimmi.cosa devo con te ?>> Nonsapevo nemmeno io cosa sarebbe stato giusto fare.

Da una parte sapevo che rimanere cosìpiccolo sarebbe stato impossibile e tornare a casa e cercare difare qualcosa era l'unica cosa normale da fare, ma un'altra partedi me era affascinata dalla situazione e viveva un sogno senzafine tra le mani della bellissima donna. Daniela si sedette sulletto scavalcandomi , accavallò le gambe e iniziando a roteareil piede sopra la mia testa borbottò: <<ti piace propriostare con me eh?. dici.almeno quello data la situazione.>>Io annuii ed ero pronto ad accettare di vivere con lei come unanimaletto per sempre. Lei spostava lo sguardo da me alla paretee io pendevo dalle sue labbra , sperando che avesse detto , allafine, che lei si sarebbe occupata di me. Osservavo la sua immensae rosea pianta del piede piegarsi e stendersi sopra la mia testae avrei voluto scomparirvi. Mi vide contemplarla con quell'ariadi adorazione sorrise e esclamò: << Che ti vado a chiedere!Tu saresti felice anche se ti ficcassi dentro la mia scarpa pertutto il giorno! >> io sorrisi. << Guarda che a menon costa niente farlo, mi dispiacerebbe solo un po' per te, chepiano piano ti consumeresti !>> abbassò il piede su di mee mi calpestò sotto la pianta morbida e bollente.

Sentivo su tutto il corpo il peso diquella bellezza, e sentii lontana la voce di Daniela continuare adire: <<Dai! Troveremo una soluzione, non ti preoccupare!Se so che tu stai bene con me preferisco tenerti. mi inventeròuna storia per far stare tranquilli i tuoi..!>> mi si riempìil cuore di gioia. Mi addormentai, quella sera, nel sandalo diDaniela mentre lei , con indosso solo una leggera vestaglia eracrollata sul morbido letto. Forse il posto non era tanto sicuroma apprezzai moltissimo quella nottata, sognando del giornoavvenire e guardando un piede di Daniela penzolare dal letto.<< Ti prego! Lo possiamo tenere!>> queste furono leprime parole che sentii mentre disturbato mi svegliai. Mi misi asedere e mi stropicciai gli occhi mentre la voce acuta di A.continuava ad assordirmi: << Staremo attente! Te lopromettiamo mamma!>> << .e poi nemmeno lui vuoletornare a casa! Te lo ha fatto capire , non puoi fargli questotorto!>> << è vero! Con noi invece sarebbe feliceanche così piccolo!>> Le voci venivano dal piano di sottoma per me era come se mi parlassero all'orecchio.

Mi alzai, nella camera di Daniela si eradiffusa la calda luce del sole di maggio e nel fiutare il profumodella donna mi resi conto che dovevo aver dormito per parecchiotempo e la gola era secca. Non bevevo un sorso d'acqua da quasiun girono e il mio stomaco vuoto non smetteva di brontolare. Ledue sorelle continuavano ad assillare Daniela per far sì che mitenesse a casa con loro e, in fondo, apprezzavo quel loro aiutoanche se non avrei mai desiderato trovarmi di nuovo in mano loro.Camminai verso la porta socchiusa mentre le voci delle ragazzediventavano sempre più forti, uscii sul corridoio e mi stirai ,aspettando che qualcuno mi venisse a prendere per fare una buonacolazione. << Non è un animaletto! Ve ne rendete contoragazze! Dovremmo fare qualcosa per farlo tornare normale .piuttosto.>>disse Daniela con un tono di voce nervoso ma allo stesso tempoperplesso. Poi si sentì A dire :<< Adesso è su da te?Perché non gli facciamo fare colazione?>> << è vero.poverinosaranno ventiquattro ore che non mangia, fammi il piacere, valloa prendere.sii delicata però!>> Di colpo i passi dei piedinudi di A. iniziarono a far tremare tutto il pavimento della casamentre lei saliva di corsa le scale. Mi appiattii sul muro ,pensando che sarebbe stato più sicuro e infatti un attimo dopoil piede di Arianna si posò in tutta la sua enormità sulpavimento , calpestando il posto dove fino a poco tempo prima mitrovavo io.

Osservai le dita compresse dal peso dellaragazza e poi alzai lo sguardo verso il suo viso e la vidiguardare dentro la camera della madre: << Ricky! Vienifuori!>> disse io mi appoggiai con le mani al suo piede leurlai :<< Sono qui A.!>> ma lei non mi sentì ed entrònella camera di Daniela facendomi cadere a terra. I suoi roseitalloni mi si mostravano in tutta la loro morbidezza e la leggeravestaglia che indossava metteva in risalto la forma tonda del suoculo. Feci come per seguirla ma la vidi voltarsi e tornare versola porta dicendo innrervosita:<< Mamma! Ma dovesta?>> io la vidi gigantesca avvicinarsi a me un passo dopol'altro, alla fine si fermò sopra di me che restai immobile eosservatole i piedi alzai lo sguardo tra le sue gambe; non avevagli slip e vidi la sua figa chiaramente. Eccitato sospirai e nonmi accorsi che A. avesse abbassato lo sguardo e mi avesse visto:<<AH!Eccoti qui !>> disse, io allora sussultai e la salutai conrammarico poiché mi aveva distratto da quel meravigliosospettacolo.

Continua...



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