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L'ambizione di un ladro

Part I sent by Jryan^ and uploaded on data 15/February/2003 20:51:23


Erano le 3 di notte di un caldo 7 Agosto.Per le strade di Pescara passavano pochissime macchine e unsilenzio insolito permetteva di ascoltare il rumore del marecalmo. Dalla finestra di un palazzo del centro proveniva una lucefioca , e una stressata segretaria con lunghi capelli ricci e duegrandi occhiali cercava di sistemare la scrivania ricoperta delleinnumerevoli pratiche mai sbrigate dal commercialista. Il caldonell'ufficio era insopportabile e esausta e sudata la donna sispinse via dalla scrivania per restare immobile sulla sedia afissare il soffitto ascoltando la lieve musica di sottofondo chela faceva sentire meno sola in quella afosa notte d'agosto. UnaMercedes nera parcheggiò sotto il palazzo , al suo interno unabellissima ragazza con lunghi capelli biondi ed un losco figurovestito con una calzamaglia nera si guardarono nervosi: <<Siamo arrivati, il tuo ingresso è quella finestra all'ultimopiano ; quella con la luce accesa..>> sussurrò la ragazza.<<.dunque, Susanna Rivoli, la segretaria del commercialistadovrebbe essere ancora al lavoro; non ho idea di quando stacchi.>><< non credo ci creerà problemi.>> disse il ragazzocon indosso la nera calzamaglia che quasi lo rendeva invisibilenell'oscurità della notte. << tu cerca di stare attento!>>esclamò la ragazza puntando verso il ragazzo un piccolissimolaser sulla cui punta era presente un frammento turchese che siilluminava a tratti. << devi raggiungere l'archivio erubare tutti i documenti riguardanti la contessa Sara Mc Heller,ricordati.. Heller.>> continuò la ragazza aprendo unacartina dove era raffigurata la pianta degli uffici delcommercialista. << ricordi il tuo percorso no?!>>chiese sempre più agitata ; il ragazzo prese la piantina e lapiegò per poi riporla nel cruscotto : << stai tranquillaDaniela so a memoria ogni singolo passo che dovrò fare una voltanegli uffici!>> disse poi restando tranquillo; la ragazzagli sorrise e poi puntò il laser verso di lui dicendo :<<mi raccomando, alle 4.05 devi raggiungere il punto 7, in bocca allupo!>> spinse un pulsantino e sul frammento sulla puntadel laser si condensò un fascio di luce che ad una velocitàpazzesca colpì il ragazzo. <<tutto ok Marco?>> dissela ragazza. << tranquilla!>> rispose lui aprendo losportello << si inizia!>> di colpo si rimpicciolìdiventando piccolissimo, alto meno di 4 centimetri ; Daniela loguardò sconcertata seppure fosse abituata a rimpicciolirlo inoccasione dei veloci furti; Marco la guardò gigantesca davanti alui e le fece cenno "ok" , Daniela gli sorrise e disseavvicinandosi un piccolo microfono alla bocca :<< Prova ,prova. mi senti bene?>> il ragazzo rispose :<< si tiricevo benissimo e tu?>> Daniela annuì e Marco restòfermo. Daniela lo prese tra le dita della mano e uscì dallamacchina per poi avvicinarsi al palazzo camminando condisinvoltura sui suoi tacchi alti. Giunta sotto la finestra sichinò depositando ai suoi piedi il piccolo collega e poi tornòin macchina per seguire passo passo, tramite la radio ognispostamento di Marco e guidarlo nell'ufficio.

Il ragazzo osservò Daniela allontanarsi,poi si alzò lo sguardo verso il palazzo che immenso svettavasopra di lui come se non finisse mai. Sapeva di essereprecisamente sotto la finestra , così tirò fuori dal pesantezaino sulle sue spalle un lancia arpioni con una corda di circa1000 metri che era avvolta accuratamente, lo puntò verso ilcornicione del secondo piano e lo lanciò. Una volta verificatoche l'arpione fosse ben fissato sul cornicione spinse il pulsanteper riavvolgere la corda e fu sollevato velocemente verso l'alto.Daniela si sedette in macchina , chiuse lo sportello e mise lasicura; poi sitemò il microfono sull'orecchio e si sfilò isandali per riporli sul sedile posteriore. Aprì la piantina dell'ufficiosulle sue gambe e disse a bassa voce : << Marco, come va?>>Il ragazzo se ne stava in piedi sul cornicione del secondo piano;il vento caldo era fortissimo e lui si teneva vicino alla paretepreparando il lancia arpioni per il prossimo lancio: <<sono al secondo piano, penso che ci metterò un po' a raggiungerela finestra.>> sussurrò al microfono. La scalata continuòvelocemente finché Marco , giunto sul bordo della finestra dell'ufficio, ripose il lancia arpioni nello zaino ed entrò. Mimetizzandosinell'ombra vide la segretaria inoperosa seduta alla scrivania;con lo sguardo fisso sul soffitto e i piedi nudi sulla scrivania, senza curarsi di stropicciare le pratiche. Marco descrisseattentamente a Daniela ciò che vedeva: << .sulla sinistradella scrivania c'è una porta chiusa di legno di quercia ,mentre sulla destra c'è una porta bianca socchiusa ; penso chela segretaria non mi darà problemi, devo entrare nella porta didestra giusto?>> la dolce voce di Daniela rispose :<< si , a destra c'è l'archivio, ma non escludo che idocumenti sulla contessa si trovino nella cassaforte nella saladi sicurezza.>> Marco annuì e poi valutò quanto fossealto il bordo della finestra; si rese conto che saltare sarebbestato troppo rischioso , così corse sul bordo della finestra esaltò sulla scrivania.

Qui osservò gli enormi piedi dellasegretaria sovrastarlo , ci si avvicinò per assicurarsi diessere ben nascosto e sopportando il forte odore di quellecolossali estremità preparò il lancia arpioni. << credodi riuscire a raggiungere la sala con l'archivio con un sololancio.>> sussurrò tra i denti a Daniela che lo pregò difare attenzione. Marco si avvicinò al bordo della scrivania eprese attentamente la mira della maniglia della porta ,disturbato dal canticchiare della segretaria; lanciò l'arpioneche si fissò alla maniglia e poi saltò giù dalla scrivaniaandando a cozzare sulla porta bianca. Innervosito dall'urto nonprogrammato riavvolse la corda del lancia arpioni ed entrò nelladisordinata stanza dell'archivio: accese la torcia e cercò dicapire dove fosse scritto il cognome "Mc Heller" :<< Daniela. ascoltami, Mc Heller lo cerco sotto l' "M"o sotto l' "H" ?>> << sotto la "m", dovrebbe essere abbastanza in basso .>> rispose Daniela.Marco trovò il cassetto dell'archivio con la targhetta "McHeller" e saltò su un cumulo di pratiche arrampicandosivelocemente. Giunto all'altezza giusta raggiunse la serratura delcassetto e vi posizionò una carica di c4 ; fece appena in tempoad allontanarsi che il cassetto in seguito alla silenziosaesplosione si aprì. Marco vi entrò, puntò il laser dalla puntaturchese verso le pratiche e le rimpicciolì una dopo l'altra perpoi infilarle nella tasca dello zaino. <<obbiettivoraggiunto Daniela!>> esclamò: << .abbiamo tuttoquello che cercavamo?>> << Controlla che tra lepratiche ci siano quelle riguardanti la concessione di Fendi nellazio.>> ordinò Daniela sperando che l'ora di tornarsene acasa fosse vicina. Marco sfogliò nervosamente le pratiche allaricerca di qualcuna riguardante la concessione di Fendi , ma perla fretta o la sfortuna non trovò ciò che cercava ed esclamò :<<Cazzo! Non c'è niente che riguarda la concessione!>>Daniela sbuffò e scosse il capo per poi dire :<< alloradevi raggiungere la sala della cassaforte e scassinarla, speriamoche quel che ci serve sia li.>> Marco mise le pratichenello zaino e poi fece per scendere dall'archivio, ma i boaticausati dai passi della gigantesca segretaria lo fecero fermare:la donna aprì la porta e accese la luce portando in mano un'infinitàdi fascicoli ; Marco la guardò avvicinarsi e si nascose dietroun mucchio di pratiche, la donna si liberò del peso posandoloaccanto agli altri mucchi e poi notò il cassetto dell'archivioaperto; perplessa lo richiuse notando che la serratura era rottae non fece caso al fatto che il cassetto era vuoto: pensò checon quel disordine le pratiche della contessa si trovavano sparseper l'ufficio e chissà quando le sarebbe riuscita a riordinare.Chinandosi colpì con il ginocchio un mucchio di pratiche checrollarono ;Marco si trovò sommerso e trascinato sul pavimento.

Daniela terrorizzata urlava al microfono:<< Marco?! Che sta su ccedendo?>> senza avererisposta. La segretaria vide il mucchio di fogli sparso sulpavimento e sbuffò iniziando a raccoglierle ; ne sollevòqualcuna e Marco si ritrovò libero e corse vicino al piedescalzo della donna per riprendere fiato; si appoggiò algigantesco alluce e disse :<< Qui Marco. Daniela,tranquilla tutto ok!>> poi prese a correre per raggiungerela porta della stanza di sicurezza. Giunto sotto la scrivaniasentì la segretaria tornare , allora si fermò per osservarne imovimenti: vide i sensuali piedi scalzi posarsi davanti a luimentre la segretaria si sedeva; la donna si rimise al lavoro ecercò le sue scarpe per rimetterle: tastava il pavimento allaloro ricerca con i giganteschi piedi , posandoli con tremendiboati vicinissimi a Marco che si allontanò raggiungendo la porta.La segretaria si chinò sulle pratiche e decise di dare unasvolta alla giornata lavorativa , desiderosa di mettersi a fareuna bella dormita. Marco era ai piedi della porta e comunicò aDaniela : << sono davanti alla porta della stanza disicurezza, entro , prendo ciò che devo prendere e sono fuori,tranquilla, me l'ero vista brutta ma va tutto bene!>>Daniela continuò:<< stai attento a quella puttana !>>Qualche minuto dopo Marco era nella sala di sicurezza; si eraaperto un entrata con il c4 nella porta di quercia e oraosservava la cassaforte in alto in fondo alla sala immersa nell'oscurità.Si sentiva addosso la puzza dei piedi della segretaria , come selei fosse sempre alle sue spalle, ma pensò di sbrigarsi a finireil lavoro senza curarsi della donna che continuava a muoversi perl'ufficio. Posizionò accuratamente tre cariche di c4 in modo daaprire una breccia nella cassaforte e farlo entrare ;probabilmente l'allarme non era inserito, ma volle la conferma daDaniela : << l'allarme non è inserito, il computer dell'automi informa che si attiverà automaticamente appena la segretariaavrà chiuso l'ufficio e digitato il codice.>> Marco allorafece esplodere le potenti cariche che aprirono un piccolo foronella cassaforte , ma non abbastanza profondo da farlo entrare;dovette allora posizionare altre cariche in fondo al foro, maquando stava per farle esplodere la luce della stanza si accese ela segretaria depositò alcune cartelle su un mobile; avevaindossato le scarpe nere a sabot e restò perplessa nel vederequella strana creaturina nera sulla cassaforte . Marco rabbrividìnel vedere la gigantessa osservarlo e scese sul pavimento peressere pronto a scappare tra i mucchi di pratiche senza esserecostretto a rimpicciolire la donna e rivelare così la suatattica di infiltrazione. La segretaria gli si avvicinò e loosservò piccolissimo vicino al suo piede :<< ma che razzadi insettaccio sei?>> disse sollevando il piede sulla testadi Marco pronta a schiacciarlo come un insulso scarafaggio; illadro osservò l'enorme piede calare su di lui e prese a correretra i mucchi di carte intorno alla cassaforte nascondendosi; lasegr etaria , pensando si avere sotto la sua estremità lapiccola creaturina calcò con forza il piede sul pavimento e poise ne andò chiudendo luce e porta.

Marco riuscì allo scoperto e trovò ilsuo lancia arpioni distrutto , appena calpestato dalla segretaria.<< Ho un problema. il mio lancia arpioni è distrutto, dovròusare la corda .penso di fare più tardi. facciamo che per le 4 e30 sono nel punto 7!>> Daniela annuì preoccupata. Apertosiun varco nella cassaforte Marco cercò di trovare le cartelleriguardanti la contessa Mc Heller, e le trovò. Rimpicciolite lemise nello zaino e poi prese a correre per uscire dall'edificio.Daniela osservava la piantina e il computer nervosa e preoccupata.Una macchina della polizia passò per quella strada; Daniela conil cuore in gola si levò il microfono dall'orecchio e si abbassòper evitare di destare sospetti. La macchina della poliziarallentò e per alcuni secondi Daniela si sentì osservata, mapoi la macchina si allontanò. Daniela rimise il microfono all'orecchioe sentì Marco gridare : <<cazzo! Come faccio! Sonointrappolato qui dentro!>> << che succede Marco?!>>esclamò Daniela e il ragazzo rispose furente : << la cordaè troppo corta non riesco nemmeno a raggiungere il davanzaledella finestra!!>> Daniela allora suggerì al collega :<<non puoi raggiungerlo dalla scrivania?>> il ragazzoscosse il capo e continuò: << la segretaria mi vedrebbe,sta lavorando.posso comunque tentare!>> Marco eratremendamente nervoso, sperava di svignarsela al più presto e difare un lavoro pulito, ma molte cose erano andate storte e nellasua impostazione mentale non lo poteva sopportare. Lanciò l'arpionesul bordo della scrivania e vi salì, lo riavvolse velocesperando che la segretaria non sollevasse gli occhi dallepratiche e poi corse verso il davanzale. Appoggiatosi al murofece un respiro di sollievo e poi guardò verso il basso:<< Dani, sono fuori, inizio a scendere.>> sussurròmentre fissava l'arpione al cornicione per poi calarsi lentamentegiù. Il vento muoveva pericolosamente il sottile filo a cui siteneva Marco, e quando toccò il cornicione del penultimo pianosi appoggiò al muro con il cuore in gola e disse : <<Cambiamento di programma Daniela, assicurati che non ci sianessuno e arriva al punto 7 , mi butto con il paracadute!>><<Va bene, credo non ci sia nessuno in giro. facciamopresto!>> rispose la ragazza mentre apriva lo sportellodella macchina. Marco si avvicinò al bordo del cornicione , feceun bel respiro e saltò nel vuoto; sentì la velocità della suacaduta aumentare e restando verticale aprì il paracadute che uscìdal suo zaino; era di plastica e di un colore bianco lucido ,ricavato sicuramente da una semplice busta di plastica.

Marco scendeva lentamente cercando dimantenere verticale la sua discesa bilanciandosi a seconda delvento; vide Daniela camminare verso il punto 7 , ovvero il puntodove sarebbe dovuto atterrare e sorrise sollevato. Danielaosservava il paracadute abbassarsi e appena Marco toccò terralei accelerò il passo , posò i suoi giganteschi piedi uno allasinistra e uno alla destra di Marco e lo prese tra indice epollice per poi infilarlo nella sua borsa e tornare in macchina.Qualche minuto dopo la mercedes sfrecciava sull'autostradadiretta verso Roma. All'interno Marco , tornato di dimensioninormali , leggeva interessato i documenti riguardanti laconcessione di Fendi , mentre Daniela sorridente ripeteva :<< ce l'abbiamo fatta anche sta volta ! >> La mattinadopo , quando il sole era già alto, la mercedes era parcheggiatanel giardino di una lussuosa villa vicino Roma, e due domesticila lavavano parlottando tra loro. Marco e Daniela erano sedutidavanti ad una lunga tavola imbandita da tutto il necessario perfare colazione: brioche , latte, cacao, marmellata , pane tostatoecc. I due si gustavano il pasto mattutino mentre , dall'altraparte del tavolo, una donna di mezza età con lunghi capelli neried un viso praticamente perfetto, senza nemmeno una ruga, se nestava con indosso una vestaglia di fresca seta ,indossando aipiedi smaltati di rosso delle comode pantofoline aperte, con iltacco basso, sorseggiava un caffè amaro. <<Ci tengo acomplimentarvi con voi per l'ottimo lavoro svolto sta notte.Siete impeccabili.>> disse la donna con la sua voce ferma.<< Grazie signora contessa, è stato abbastanza semplice:Mc Heller ha scelto un commercialista poco famoso per mantenerela sua privacy, di conseguenza non abbiamo incontrato nesorveglianza , né allarmi sofisticati e tanto meno cassefortiresistenti .>> disse Marco masticando un soffice cornettocon marmellata di albicocche. << è evidente comunque ,signora Lori , che le nostre prossime mosse dovranno essere benstudiate. >> disse Daniela alzandosi e portando allacontessa Lori i documenti rubati la notte a Pescara: <<comevolevasi dimostrare , la concessione di Fendi è stata acquistataillegalmente dalla contessa Mc Heller; sui documenti non sonoriportate le cifre d'acquisto e tanto meno il reddito annuarioche la contessa ricava dagli 8 negozi Fendi sotto il suocontrollo.

Tecnicamente la potremmo denunciare , ole potremmo far passare dei guai solamente facendo in modo che lafinanza venga in possesso di questi documenti. la nostra caracontessa è in debito con lo stato di miliardi!>> Lacontssa Lori sorrideva compiaciuta di aver trovato tanti cavilliper smontare l'odiata contessa Mc Heller , che lei invidiava dasempre per il suo bel vestire e per le sue innumerevoli proprietàin toscana e nelle coste più belle d'Italia, poi disse :<<tecnicamente . dici bene, certo non ci tengo a mettere dimezzo la legge. piuttosto, questi documenti ci potranno esseremolto utili.>> << sicuramente contessa..>>intervenne Marco per poi continuare : << le prossime mossedipendono solo dalle sue decisioni , ma mi spiace informarla chelo zuccherino a fine corsa dovrà essere leggermente incrementato,in futuro andremo incontro a sempre maggiori rischi!>> Lacontessa , infastidita dal sudicio attaccamento ai soldi di Marcorispose con voce seccata : <<tu fai in modo che io possaavere entro l'anno la concessione di Fendi al posto dellacontessa Mc Heller , e vedrai che lo zuccherino. come lo chiamitu, sarà molto, molto più dolce: vi pago per il risultato, nonper il lavoro!>> Marco annuì dedicando la sua attenzionead un altro cornetto. << Allora contessa. cosa ci ordinaper il futuro?>> disse Daniela andandosi a sedere. <<Miei cari, le prossime mosse sono scontate : appena avreteelaborato un piano vi infiltrerete nella villa in Sardegna dellacontessa, li dovrete impossessarvi dei documenti sullaconcessione di Fendi in mano a lei . non mi interessa sapere comefarete. dobbiamo avere in mano tutto il necessario per il colpo.Dopo di che sarà necessario infiltrarsi nei suoi 8 negozi ecreare un bel macello in modo da mettere in cattiva luce McHeller; solo allora subentro io in prima persona.>><< Contessa, penso che per organizzare queste azioni ce nevorrà di tempo. va bene per la villa della contessa, ma per lesortite nei negozi la situazione si fa complicata.>> disseDaniela perplessa. Marco scuoteva il capo. << Non miinteressa, entro due mesi la concessione di Fendi dovrà esserein mano mia, altrimenti poi sarà troppo tardi, oltre a mesubentrerebbero troppe persone e non è detto che io possarisultare vincitrice!>> Marco allora disse :<< per lasua ambizione e la sua inutile sete di denaro siamo noi cherischiamo tutte le volte.e le ricordo che non rischiamo solo laprigione e un proiettile in petto, ma anche di essere schiacciaticome degli insetti, quindi se vuole che ci intrufoliamo in negoziaffollati in pieno giorno lo zuccherino finale dovrà essereveramente molto dolce, e ci deve garantire la copertura.>>La contessa Lori annuì e poi si alzò da tavola dicendo :<<fate il vostro lavoro.>> e se ne andò nelle sue stanze.Marco e Daniela si sistemarono in un bungalow a baia Sardigna ,ai piedi del promontorio dove sorgeva la villa della contessa McHeller. Oltre al lavoro si rilassarono in un piacevole soggiornodi vacanza, senza mai smettere di osservare ogni singolospostamento di Mc Heller. Lei dirigeva tutto da li , e passava lagiornata in barca, in spiaggia , a fare i massaggi e a pranzo neimigliori ristoranti della baia.

Il pomeriggio si dedicava alla letturanella terrazza sul mare della sua villa e poi si preparava per lecene mondane con i vip. Intrufolarsi in casa sua si mostrò dalprimo momento come un impresa difficile: la casa pullulava dicameriere , tanto belle che rendevano esplicita l'omosessualitàdella contessa. I documenti a quanto pare erano tenuti nellostudio nel seminterrato, posto abbastanza facile da raggiungere,l'unico problema era l'allarme perimetrale che rendeva la casa ,di notte, una vera e propria fortezza. Marco non avrebbe potutousare per i suoi spostamenti il c4 , e questo comportava un'azionein pieno giorno. I due ladri studiarono attentamente ogni singolamossa da compiere sulle piantine rimediate al comune, e nelcomplesso erano molto nervosi: il colpo alla villa si presentavapiù rischioso delle azioni diurne nei negozi, ma ne Marco neDaniela decisero di desistere. Un caldo pomeriggio Marco se nestava seduto sul divano del salotto del suo bungalow e Danielaripassava il piano seduta al tavolo della cucina; era bellissimacon indosso solo il bikini e Marco non smetteva di gettare su dilei insistenti sguardi. << Mamma mia! >> esclamòDaniela alzandosi dal tavolo e andandosi a sedere accanto a Marco:<<il colpo sarà un casino. io non potrò nemmeno stare incontatto radio stabile con te quando sarai nel seminterrato!>>disse la ragazza incrociando i bei piedi sulle ginocchia di Marco:<< non ti preoccupare . riusciremo a farcela anche stavolta. Ciò non toglie però che Lori è proprio una matta.Potrebbe sfruttare la nostra tecnica per colpi veramente grandi einvece ci fa rischiare ancora di più per singole azioni in pienogiorno. proprio nelle condizioni in cui il vantaggio della nostratecnica diventa limite!>> Daniela scosse il capo un po'confusa e disse a Marco seriamente : <<cerca di non fariammazzare. sii prudente!>> Marco le sorrise e le disseaccarezzandole un piede :<< e chi mi ammazza! Giusto te!>>Daniela allora posò i suoi bei piedi dalle piante morbide erosse sul petto di Marco e rise : <<ecco qua . se adessofossi stato piccolo avresti fatto la fine della formichina sottoi miei piedi!>> Marco allora continuò:<< spero difarla , ma solo se sei tu a calpestarmi!>> Daniela mise ilpiede destro sul viso di Marco; lui sentiva le dita muoversi trai capelli e la pianta premere sul suo viso mentre il tallone erafermo sulle sue labbra: <<se vai a prendere il laser lovedi che fine ti faccio fare!>> rise Daniela , poi Marco sispinse verso di lei e si baciarono.

La relazione tra Daniela e Marco andavaavanti da mesi: i due si volevano molto bene, e sembravano fattil'uno per l'altra. Ma questo rendeva lo svolgere il loro lavoroancora più difficile poiché la componente emotiva li portava aessere nervosi e pieni di speranza distogliendoli dall'obbiettivodell'azione. Daniela non negava di essere gelosa di quello cheMarco poteva vedere infiltrandosi nelle case o negli uffici; piùdi una volta, infatti, era capitato che Marco si fosse trovatodavanti a bellissime donne nude intente a vivere la loro solitavita senza sospettare la presenza di un uomo poco lontano dailoro piedi. Marco da parte sua non permetteva a Daniela dicompiere al posto suo le azioni, troppo preoccupato per lei. Tradubbi e incertezze i due elaborarono un piano per infiltrarsinella villa della contessa Mc Heller , e la sera prima dell'azionedecisero di rilassarsi , ordinare una pizza e passare la seratain tranquillità. Il piano non si mostrava affatto perfetto:Marco avrebbe dovuto improvvisare poiché non si conosceva benela struttura dello scantinato e probabilmente i punti morti,ovvero, le zone in cui la comunicazione tra il piccolo ladro e labella Daniela del servizio logistico , erano diffusissimi eintralciavano il solito svolgimento regolare delle azioni dei due.Marco sembrava non essere preoccupato e se ne stava sul divano aguardare la tv mentre Daniela , in costume da bagno apparecchiavala tavola , ritmando ogni sua azione con il suono dei suoimorbidi passi. << Non sono per niente tranquilla ..>>disse d'un tratto Daniela appoggiandosi al tavolo. <<Cercadi esserlo, domani sarà un solito lavoro di routine!>>rispose Marco sorseggiando la sua birra con gli occhi fissi sulteleschermo. <<è la prima volta che lavoriamo di giorno,in una casa piena di domestiche e con una copertura radioinsufficiente.non chiamerei routine un vero e proprio casino!>>continuò Daniela spegnendo il televisore per attirare l'attenzionedi Marco che si limitò a risponderle poggiando sul tavolinodavanti a lui la bottiglia di birra : <<ehi, Dani,rilassiamoci sta sera e non stiamo in pensiero per domani.andràtutto bene!>> allargò le braccia e Daniela gli si sedettein braccio abbracciandolo pensierosa. Mangiarono la pizza e poise ne andarono in camera da letto percorrendo il corridoio senzamai smetterla di baciarsi. Si tuffarono sul morbido lettoaccarezzandosi e sembrava che nulla li più li preoccupasse.

La notte passò velocemente , e appenasorto il sole i due erano in piedi su di una collina ai piedidella quale si trovava la villa della contessa. Osservavano ilsole spuntare all'orizzonte rendendo il mare dorato tenendosi permano, poi Daniela , osservando con un potente binocolo la villa,disse : <<è ora.la contessa sta per alzarsi..>>Marco allora indossò la solita calzamaglia nera di seta , misesulle spalle il pesante zaino pieno di attrezzatura e si voltòverso Daniela dicendo :<< Non ti preoccupare, alle 12esatte sono al punto 7.>> Daniela puntò il laser versoMarco guardandolo preoccupata, senza dire una parola. AppenaMarco diventò piccolissimo Daniela lo guardò li ai suoi piediparagonandolo alle sue dita che strabordavano dalla suola delsandalo dal tacco alto; notò quanto fosse piccolo e sospirò conangoscia. Marco la guardò gigantesca svettare sopra di luimantenendo un sorriso spavaldo, mantenendo la calma. Daniela sichinò per prenderlo nella mano e sollevarlo vicino al suo viso:<< Speriamo bene.>> sussurrò accarezzandolo con l'indicedell'altra mano, poi fece qualche passo verso il punto in cui ilpendio della collina si accentuava; guardò Marco e chiese :<<sei pronto?>> Marco fece con la mano cenno "ok" esi alzò, allora Daniela lo lanciò con decisione verso l'alto ,come fosse un leggerissimo sassolino: Marco si trovò sottopostoad una violenta accelerazione che lo costrinse a chiudere gliocchi; quando li riaprì stava per ricadere in basso, allora aprìil paracadute e le correnti lo allontanarono da sopra la testa diDaniela che supervisionò preoccupata il volo di Marco. Il ladrodirezionava il singolare paracadute bilanciando il peso del corpo,come su un deltaplano , o , più semplicemente su una tavola dasurf. Le correnti aeree erano sufficientemente forti da farloavvicinare ad un'altezza costante alla villa della contessa.Marco osservava il paesaggio scorrere sotto di lui e restòincantato nel respirare il profumo del mare, molto più forte orache era piccolo come un insetto, e nel contemplare il mare doratodal quale si alzava un sole accecante.

Continua...



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