L'amica di famiglia
Part III sent by Packy and uploaded on data 09/February/2003 23:59:00
La notte in casa mia trascorse tranquilla,non fosse solo per alcuni brutti sogni, alla mattina mi svegliaiero in letto ancora nudo, ci ero andato così perchè non avevoneppure avuto la forza di vestirmi, infatti ero più stanco diprima vuoi per aver dormito male e vuoi anche perché leavventure avute prima con Sania e poi con mia moglie il giornoprima m'avevano distrutto. Quando Sara si svegliava per me eraimpossibile continuare a dormire, anche a volerlo, infatti ognisuo minimo movimento in casa per me con le mie minuscoledimensioni significava ogni volta un piccolo terremoto, proprioquella mattina era agitatissima perché doveva assentarsi peralcuni giorni, lasciandomi solo a casa in balia di Sania.
Il pensiero ora era cosa dire a Sara inrelazione al suo comportamento di ieri sera, la parete della casas'aprì di scatto e mi ritrovai a tu per tu con Sara, propensaverso di me in ginocchio con le gambe divaricate, era moltoelegante scarpe con il tacco gonna, camicetta bianca con gilet edera splendidamente truccata, questa mattina portava pure gliocchiali, mi piaceva molto perché quando li portava ne esaltavala sua figura, poi lei mi chiese:- HAI DORMITO BENE? IERI SERA MISONO DIVERTITA, VOLEVO SCUSARMI CON TE EFETTIVAMENTE HO ESAGERATO,IN OGNI CASO ESEPERIENZA INTERESSANTE LA DOBBIAMO RIFARE SE TE VA!-io davanti a questa sua disarmante ammissione di colpa non volliredarguirla però aggiunsi:- MI HAI DISTRUTTO IERI SERA, QUASI MIAMMAZZAVI LO SAI QUESTO, TI RICORDI CHE M'HAI AFFERRATO COME UNOSTRACCIO E CI HAI GIOCATO, NON VOGLIO SCENDERE IN PARTICOLARI, MIHAI UMILIATO COME NON LO AVEVA MAI FATTO!- Lei ribadì:- SI ME NERENDO CONTO, SCUSA DI NUOVO, PERÒ NON MI RICORDO MOLTO FORSE PERVIA DEL VINO, MA ADESSO FACCIAMO COLAZIONE VUOI?- io annui e leicon disinvoltura, non mi diede neppure il tempo di vestirmi, misollevò e mi portò sul piano di marmo della cucina giàimbandito di tutto punto con caffè, biscotti, marmellata eramolto allegra mi chiese:- COSA VUOI, DIMMI- il le risposi:- AVREIPIACERE DI METTERMI QUALCHE COSA ADDOSSO, SE NON TI FA NIENETE-lei con leggerezza disse:- OHH CHE PALLE, TI VESTI DOPO, NON MIDISPIACE VEDERTI COSÌ TUTTO NUDO, NEGLI ULTIMI TEMPI QUESTOSUTZZICA LE MIE FANTASIE EROTICHE- intanto che lei era intenta adspalmare una fetta di pane con della marmellata consapevole chemalgrado il mio disappunto io dovevo sottostare ai suoi capriccile chiesi:- SARA IO NON HO ANCORA CAPITO DOVE DIAVOLO VAI PER DUEGIORNI!- e lei tra un morso e l'altro, il quale mi faceva piovereaddosso briciole gigantesche e resti di marmellata, rispose:- INUFFICIO HANNO INSTALLATO UN NUOVO SOFT, E IO HO RICEVUTO L'INCARICOGIRARE PER LE NOSTRE FILIALI PER ISTRUIRE IL NOSTRO PRESONALE, D'ALTRONDEIL NOSTRO LAVORO NELLA FIDUCIARIA LO SAI CI HAI LAVORATO PERDIVERSI ANNI ANCHE TU CI OBBLIGA AD ESSERE AGGIORNATI, NEIPROSSIMI GIORNI INIZIERÒ CON LA NOSTRA SEDE DI ROMA, MI DISPIACELASCIARTI A CASA MA CAPIRAI SPERO..- il piano di marmo era unadistesa nera liscia era una sensazione strana starci sopra, inmezzo a tutti quegli oggetti di uso comune, ma giganteschi, ilvasetto dello zucchero, il pane, le posate, la tazza e poi iresti di marmellata, le briciole tutte queste cose minuscole perSara, ma per me gigantesche.
Intanto che lei seduta sullo sgabello misovrastava gigantesca continuava a parlarmi m'avvicinai ad unafetta di pane con la marmellata per mangiarne ancora un poco, nelfrattempo suonò il campanello e Sarà nel eccitazione si mossecon tutto il busto urtandomi con la tazza del caffè lanciandomiletteralmente con tutto il corpo sulla fetta di pane cosparsa dimarmellata con il risultato logico di un totale pasticcio, Sarasi voltò di scatto imprecando:- OHH, ACCIDENTI A TE, PASTICCIONECHE NON SEI ALTRO, IO ORA NON HO TEMPO DI PULIRTI, DEVE ESSERESANIA, TI AIUTERÀ LEI....- gridò in direzione della porta:-AVANTI, VIENI SANIA- Sania arrivò in cucina e vedendomi esclamò:-MA SARA COSA GLI STAI FACENDO?- e Sara rispose:- HO NIENTE UNINCIDENTE, SENTI SANIA IO SONO IN RITARDO, LO AIUTI TU PERPIACERE- e Sania con il sorriso stampato in volto gli rispose:-HO CERTO CON PIACERE, MA VAI CHE SEI GIÀ IN RITARDO, IO QUESTAMATTINA INIZIO UN POCO DOPO-. Sara accertatasi che tutto fosse oksalutò Sania, lasciandomi sulla fetta di pane in mezzo allamarmellata, come Sara uscì di casa mi ritrovai pressato da undito di Sania con tutto il corpo sulla superficie appiccicosadella marmellata, con un leggero movimento mi voltò alcune volte,così forse per puro divertimento e ridendo mi disse:- ORAASSICURATI AL PANE CHE TI VOGLIO ASSAGGIARE- sentì un tremoreera la fetta che si stava sollevando, io capii e afferrai lamollica con tutte le mie forze, voltai la faccia verso lei e vidila sua bocca alle mie spalle e improvvisamente venni pressatocontro la superficie morbida del pane dalle sue poderose leccate,si divertiva e mi diceva:- SEI PROPRIO GUSTOSO COSÌ, D'ALTRONDETUA MOGLIE MI HA DETTO DI PULIRTI, UHMM PENSO CHE DEVOSUGGERIRGLI ANCHE QUESTA IDEA, A PROPOSITO TE LA GIÀ FATTO ILGIOCHINO DELLA SALSE EH EH EH EH!- io li capi che tutto quelloche capitava tra me e mia moglie negli ultimi tempi, era pilotatoda Sania.
Finito colazione mi prese e mi porsesotto il rubinetto di cucina e mi lavò, non curante del fattoche il getto direttamente dal rubinetto per me fosse come unacascata di medie proporzioni, fu terribile, poi mi appoggiò sulpalmo e mi guardò e toccandomi in mezzo alle gambe mi disse:- TUOGGI VIENI CON ME IN UFFICIO, C'È QUALCUNO CHE VUOLE RIVEDERTI-in quel relativo attimo di quiete mi guardai in giro per vederecome fosse abbigliata Sania, di per sé già una bella donna, mapoi con addosso con un bel paio di scarpe, la gonna nera fino ametà coscia, camicetta maniche corte il tutto messo assieme conun risultato molto sexy, e poi il suo sguardo intrigante. Noncompresi subito il senso, a chi si riferisse, chi volevarivedermi, io che ci avevo lavorato per anni come capo ufficio liconoscevo tutti o quasi salvo gli ultimi arrivi, quindi potevaessere chiunque, in quei attimi di smarrimento Sania mi chiese inmodo molto sarcastico:- DOVE PREFERISCI SOTTO O SOPRA, PERCHÉ MIGUARDI COSÌ ALLIBITO? INTENDO DIRE NGLI SLIP O NEL REGGI?- ioimpossibilitato ad oppormi le risposi:- NELL REGGI- pensai fosseil minore dei mali in mezzo a tutto, non ci mise un pezzo, sisbottonò la camicia allargò l'elastico e mi ci fece caderedentro, abbottonatasi io mi trovai con un suo capezzolo in mezzoalle gambe, non potevo spostarmi infatti il tessuto molto teso m'impedivaqualsiasi movimento, la sensazione era strana, il suo capezzolo m'impedivadi scivolare, ora Sania era pronta per uscire, infatti avevaindossato una giacca, lo credo perché dal mio punto di vista nonè che potessi vedere molto quello che notai è che si fece piùbuio, il nostro appartamento era al primo piano della palazzina,Sania scendendo le scale mi procurava uno strano senso diondulatorio, movimenti per lei insignificanti, ma per me titanicii quali mi causarono un leggero senso di nausea, arrivata allamacchina prima di salirvi mi raggiunse con un dito, o meglioraggiunse il seno dove io vi ero celato e se lo massaggiòdicendomi:- CHE BELLO POTERTI UMILIARE, MA SAI NON È ANCORAFINITA PER TE, LA MIA VENDETTA STÀ PER INIZIARE EH EH EH!-intanto la stronza massaggiandosi delicatamente il seno mi stavamassacrando, mi faceva male.
Il viaggio non durò molto, infatti lafiduciaria non era proprio in centro, in ogni caso dal posteggioall'ufficio Sania doveva fare un pezzo a piedi, passando davantia negozi e ristoranti, il quel ambito sentendo altra gente iocercai d'urlare per attrarre l'attenzione di qualcuno, speranzadi breve durata, in quanto, Sania evidentemente la più vicina ame, colpì con una forte sberla il seno dove io ero bloccato, futerribile, mi sentii mancare e lei mi disse:- NON FARE IL CRETINO,NON TI SENTE NESSUNO, SEI MIO, HAI CAPITO? E ORA SILENZIO, SE NOCONTINUO!- io intontito mi ripersi che eravamo già in ufficio,la sentii ad salutare le altre signorine, arrivò alla suascrivania e credo che depose i suoi affari, prese la cornetta deltelefono e la senti:- SI CIAO SONO ARRIVATA...- un attimo dipausa non potevo sentire l'altro interlocutore ...SI L'HO CON ME,VA BENE ARRIVO ... evidentemente ora avrei conosciuto chi fosseinteressato a rivedermi, Sania s'incamminò ed entrò in un altrolocale, Sania salutò:- CIAO FAUSTA- non potevo crederci, Faustaera la persona che mi aveva sostituito quale capo ufficio quandodovetti abbandonare, mi ricordo inoltre di lei perché l'annoscorso m'aveva fatto delle avance, da me rifiutate in quanto conmia moglie a casa che conosceva vita e miracoli dell'ufficiosarebbe stata una follia, mi ricordo che involontariamente leavevo fatto fare anche una figuraccia in merito a questa storia,ma era passato un anno e mezzo almeno, in un attimo mi trovai inmano a Sania la quale mi depose sul sottomano della scrivania diFausta lasciandomi a quattro gambe ancora frastornato dal viaggioin reggiseno.
Avevo ancora lo sguardo rivolto verso ilbasso, lentamente alzai il capo e la vidi stava sogghignando e midisse:- MA GUARDA CHI È VENUTO A TROVARMI, TI RICORDI ANCORA DIME, E LO CREDO BENE, HAI VISTO IL TUO EX UFFICIO NON TI VIENEMALICONIA, ALLORA ERI TE A COMANDARE ORA SONO IO, E STANNI CERTOCHE TE LA FACCIO PAGARE TI TUTTE LE PORCHERIE CHE MI HAI FATTO.-venni raggelato dalle sue parole, mi serbava ancora rancore, leiera seduta davanti alla scrivania con la sedia leggermentediscosta aveva le gambe divaricate con una mano si sollevava lagonna del tailleur rosa, e con l'altra aveva già infilato ledita sotto gli slip e se la massaggiava, Fausta era la classicadonna divorziata, credo però avesse una figlia, amava cambiareil partner frequentemente, evidentemente con me non ebbe successo,credo fosse sulla quarantina, era la classica donna che aveva quae la alcuni chili di troppo, ma in ogni caso era capace d'abbigliarsicon stile, capelli castani, qualche rughetta, lei continuò:- NONMI DICI NIENTE, NON TI FACCIO EFFETTO DAL TUO PUNTO DI VISTA IOCOSÌ GIGANTESCA CON LA PRUGNA TUTTA ARRAPATA...- infatti se lastava massaggiando di brutto ...SENTI È TUTTA BAGNATA PER COLPATUA..- dicendomelo m'aveva allungato un dito tutto umido e me lofaceva passare dal pisello fino alla faccia, infatti io eraancora a quattro gambe e continuò:- TI PIACE IL PROFUMO, ÈTUTTO PER TE EH EH EH, OGGI INIZIA A FAR LA CONSCENZA DELLE MIESENSUALI LABBRA VAGINALI, E STASERA FOTTIAMO- a quelle paroleSania reagì:- MA FAUSTA TE LO LASCIO OGGI, MA POI RITORNA A CASACON ME, GLI ACCORDI...- Fausta fermò la frase di Saniadicendogli:- RICORDATI CHE SARA È A ROMA PERCHÉ SONO IO CHE CELO MANDATA, E TU FAI QUELLO CHE DICO IO, HAI CAPITO? SONO IO CONIL COLTELLO DALLA PARTE DEL MANICO, MI SONO SPIEGATA? SI O NO? ECHE LA COSA SIA CHIARA- Sania alquanto allibita rispose:- MA SARARIENTRA DOMANI...- Fausta irritata dalla resistenza di Saniaribadì:- SARA A ROMA CI RESTA PER TUTTO IL TEMPO CHE ABBIAMOBISOGNO, NON HO ALCUN PROBLEMA AD INVENTARGLI UNA SCUSA QUALUNQUE,E ADESSO VAI HAI IL TUO LAVORO SE NON SBAGLIO- Sania si voltò eandandosene sbatté la porta, io frastornato ero ancora a quattrogambe nella stanza ci fu un attimo di silenzio interrotto dallavoce di Fausta:- BENE ORA SIAMO SOLI,....- lei con un gestofulmineo di stizza allungando una mano mi colpì con unaleggerissima forza dell'indice sollevandomi letteralmente dalpiano della scrivania, facendomi volare per alcuni metri indietro,ora mi trovavo dolorante al petto seduto con le mani appoggiatedietro e a gambe divaricate, Fausta nel frattempo si era alzatain piedi e troneggiava davanti a me, il senso d'impotenza eraanche accentuato dalla proiezione della sua ombra sulla scrivaniadove c'ero io, Fausta era una donna alta almeno 1,80 m, portavauna gonna abbastanza corta, tutto questo capitò in un attimoinfatti lei continuò dicendomi:- ...E ALZATI IN PIEDI STRONZETTOCHE NON SEI ALTRO...- io visto la situazione ubbidii non avevoalternativa, gli insulti da parte sua continuarono:
-..CERTO, È IMPRESSIONANTE VEDERTI COSÌPICCOLO, COME UN VERMICIATTOLO EH EH EH, TU OGGI STAI CON ME ALCALDUCCIO- , io non compresi cosa intendesse, prese una penna abiro dal porta matite e infilandomela sotto le gambe mi sollevòfino al suo viso, dal mio punto di vista si potevano scorgere leimperfezioni del suo trucco calcato con il fondotinta, gli occhicarichi di perfidia, le labbra gigantesche per me, m'avvicinòtanto da potermi toccare con la lingua, non mi stava leccando, mela stava solo appoggiando, io dalla mia scomoda posizione sullapenna avevo ben altre preoccupazioni, ovvero quella di nonprecipitare, per me sarebbe stato un volo di almeno 35 m, iogioco della tortura continuò fino al punto che lei sollevandomicon la penna aprì la sua enorme bocca e mi c'infilò quasicompletamente, io cercando di non mollare la presa sperando inbene dovetti sottostare, lei cinicamente faceva girareleggermente la penna in modo che venissi a contatto con la sualingua, calda e bagnata di saliva, ora con un movimento in avantie in dietro mi stava succhiando come si fa con i ghiaccioli,continuò per un bel pezzo poi mi tolse e mi chiese:- TI ÈPIACIUTA...UNA BELLA LINGUA NON TROVI, EH EH EH, NON È VERO?- ionon le risposi e lei continuò:- E ADESSO TI SISTEMO PER OGGI,PERCHÉ IO DEVO PUR MANDAR AVANTI QUESTA BARACCA NON TROVI?-alzandosi la gonna con una mano s'allargò l'elastico deglislippini e abbassando la penna in quella direzione mi ci fecepiombare dentro, mi trovai avvolto dalla sua folta peluria, nonaveva ancora rilasciato l'elastico e lei agitandolo volleassicurarsi che io andassi dove lei voleva, io volsi lo sguardoverso l'alto e la vidi a ridere, nel frattempo con le mie manicercai di non scivolare ancora più in basso, lei notando questamia disperazione mi raggiunse con l'altra mano alla testa e mi ciobbligò verso il basso dicendomi:- SU DAI, EH EH, LA PRIMA VOLTAMI HAI RESPINTO, SCOMMETTO CHE QUESTA VOLTA VORRAI SODDISFARMI...ELO FARAI FINCHÈ LO VORRÒ, SU ADESSO SCENDI DI PIÙ, FIN GIÙALLA FIGHETTINA, ASPETTA SOLO TE, A PROPOSITO IN UFFICIO LAVORANOTUTTI ANCHE TU QUINDI DATTI DA FARE E LECCAMELA!- e poiassicuratasi che io fossi dove lei voleva rilasciò l'elasticopressandomi contro la sua vagina fradicia, una sensazionealquanto disgustosa, abbassata la gonna per me si fece quasi buio,Fausta proseguì con la normale attività si mise a sedere econtinuò a lavorare al terminale credo come se niente fossesuccesso.
Ogni tanto si rivolgeva a me ordinandomidi muovermi un poco, penso solo per dargli quella sensazioneparticolare di non so che, sentivo anche che a volte s'allungavala manina sotto per massaggiarsela, la mattinata trascorse conquel ritmo, un attimo d'apprensione fu al momento del pranzo,perché lei recandosi al ristorante camminava normalmente noncurandosi della mia posizione, era tra le due cosce chemuovendosi normalmente con il ritmo dei passi mi sballottavano adestra e a sinistra, l'aveva ancora bagnata e io avvolto dai suoipeli non avevo possibilità di sottrarmi, odori sentivounicamente il suo, ma a sentire il rumorio del ristorante mivenne appetito fui costretto ad aspettare il pomeriggio quandoFausta si recò al bagno, alzò la gonna ed allargò l'elastico emi chiese:- COME VA? ORA TI TOLGO UN ATTIMINO DEVO FARE PIPÌ, MAPOI CI RITORNI....- io a quelle parole la implorai:- NO TI PREGO,NON CI RESISTO PIÙ LI SOTTO, OGGI POMERIGGIO METTIMI DA UN'ALTRAPARTE DI SCONGIURO.- nel frattempo che m'aveva riposto sullavandino e aveva fatto pipì, replicò:- SI FORSE HAI RAGIONE,HO UN ALTRO COMPITO PER TE, MA ADESSO ANDIAMO- mi prese in mano em'infilo in una tasca della giacca, la quale per me si rilevòmolto profonda, la speranza di farmi notare da qualcuno era vana,infatti il consistente spessore del tessuto della giacca deltailleur per me era eccessivo, quindi anche a tentare di muoversio dimenarsi sarebbe servito a poco, gli eventuali impercettibilimovimenti da me prodotti non sarebbero stati notati da nessuno,gridare non ci pensai nemmeno, anzi me ne guardai bene da farlo,Fausta m'avrebbe colpito senza pietà.
Arrivati in ufficio mi tolse e m'appoggiòin terra sotto la sua scrivania davanti alla sua sedia in pelledicendomi:- OGGI STAI AI MIEI PIEDI, SE OSI SOLO TENTARE DIFUGGIRE, PER ME SARÀ UN PIACERE RAGGIUNGERTI E SCHIACCIARTI,FACENDOTI SCRICCHIOLARE LE TUE OSSICINE COME QUELLE DI UN INSETTO-Fausta al mio confronto era enorme, gigantesca mi faceva paura,il pavimento era di linoleum era un paesaggio tetro, freddo inquanto io essendo nudo potete ben immaginare, dal mio punto divista vedevo di tutto, sporcizia, graffette, briciole, io lachiamai e le dissi:- HO FAME È DA IERI SERA CHE NON MANGIO- elei sarcasticamente replicò:- OGGI TI DO I MIEI PIEDINI DALECCARE, IN QUANTO A MANGIARE...CENERAI CON ME QUESTA SERA, MHMMM,CHE BELLA IDEA SFIZIOSA, E ORA MI SIEDO E LECCHI- adagiandosisulla sedia si tolse una scarpa e mi porse il piede, la suascrivania sul davanti era chiusa, anche se qualcuno fosse entratoimprovvisamente non avrebbe potuto vedermi, ero in trappola,volendo fuggire sarei dovuto passargli sotto, e poi per andardove l'ufficio era uno dei più grandi dello stabile, stimaialmeno 200m per 180m, m'avrebbe catturato in un baleno,sicuramente avrebbe mantenuto la sua promessa, ritornando allamia situazione la dove ero in quella nicchia poco ventilata, ilsuo terribile odor di piedi rendeva l'aria quasi acre, Fausta sitirò avanti con la sedia per continuare il suo lavoro e sottoiniziò a cercarmi con il piede scalzo, tastò a più riprese ilpavimento e non trovandomi esclamò:- EHI DOVE CAZZO SEI, AHHECCOTI, WOWW TI HO PRESO IN PIENO, UHHH CHE BELLO IL TUOCORPICINO SOTTO IL MIO PIEDINO ACCALDATO, STAI LI UN ATTIMINO EHEH EH- il nylon delle sue calze era asfissiante, ma erocompletamente bloccato dalle sue dita, lei si muoveva leggermentecausandomi dei dolori pazzeschi, evidentemente non si rendevaconto quanto fossi fragile, sotto cotanta mole, per tutto ilpomeriggio si divertì con ogni sorta di giochino, malgrado fossequasi giugno e quindi la temperatura gradevole io giù in bassoavevo freddo, nudo come un verme in un mondo così sproporzionato.Non so come, ma arrivarono le 17.30, a quell'ora l'ufficiochiudeva, Fausta mi pigliò e m'alzò sul piano della scrivania epoi chiamò Sania, la quale arrivò subito e le disse:- ALLORA ILNOSTRO AMICHETTO VIENE CON ME QUESTA SERA, DOMANI SERA HO PENSATODI FARE UN PARTY CON DELLE NOSTRE AMICHE A CASA MIA, E LUI SARÀUN OSPITE D'ECCEZIONE, PUOI VENIRE ANCHE TU SE VUOI SANIA- Saniaalquanto allibita esclamò:- MA SARA DOMANI RIENTRA...- Faustacon fare molto tranquillo disse:- A SARA CI PENSO IO, MI ÈVENUTA IN MENTE UNA BELLA IDEA, ALLORA A DOMANI SANIA, BUONASERATA- io notai il malcelato disappunto di Sania quando uscì,Fausta mi disse:- BENE E ORA DOVE TI METTO FINO A CASA?..A ECCOLA CUSTODIA DEGLI OCCHIALI- era una di quelle con la molla ascatto, venni adagiato e io mi rannicchiai quanto più possibileper evitare di farmi tranciare qualche arto quando l'avrebbechiusa, infatti con un sorriso sadico Fausta fece una leggerepressione sul coperchio, il quale di scatto si chiuse sopra di meintrappolandomi nella custodia in plastica lasciandomi al buio.
Continua...
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