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L'amica di famiglia

Part IV sent by Packy and uploaded on data 10/February/2003 00:22:45


Così al buio imprigionato in quellacustodia la mia preoccupazione prima era quella di subire ilminor numero di colpi, dovuti alla titanica leggerezza di Faustanel riporre la custodia nella borsetta o forse nel taschino dellasua giacca, fui costretto ad esercitare con le braccia una fortepressione sui lati della mia temporanea prigione. Evidentementela mia seviziatrice dopo i convenevoli serali con le subalterne,stava uscendo, dal ballonzolare che mi causava, evidentemente nonprestava nessuna cura, infatti i colpi e contraccolpi,sicuramente per lei che era enorme confronto a me, eranoinsignificanti, ma per me deconcentrarsi un attimo avrebbesignificato una commozione cerebrale.

Sentii il tipico rumore di un mazzo dichiavi, l'apertura di una portiera, e poi la custodia si aprì,io ero li rannicchiato, esile, indifeso e lei con un farespavaldo muovendo leggermente il contenitore mi fa: -EHI CI SEIANCORA MICROBO? EH EH EH, SEI COMODO?- Io le risposi:- NO, MISTAI SBALLOTOLANDO DA TUTTE LE PARTI, NON RESISTO PIÙ- nelfrattempo aveva avvicinato la custodia alla sua faccia, cosìfacendo lei con fare molto sensuale si stava passando la linguasul labbro superiore da sinistra a destra lo fece più volte,finché non mi ordinò di sporgermi un poco, io sapevo cosavoleva farmi, ma oppormi avrebbe significato una punizione benpeggiore, così ubbidii, una frazione di secondo e mi ritrovaiaddosso la punta della sua lingua bagnatissima e caddiall'indietro, m'avvicinò ulteriormente per potermi torturareancora, la troietta si stava divertendo mi fece pure:- VOLTATICHE VOGLIO PASSARTI ANCHE IL CULETTO..VEDRAI QUESTA SERA CHEBELLE COSINE TI FACCIO, SEI PROVCANTE SAI, TU LE DONNE LE HAISEMPRE USATE EH NON È VERO? E ORA COME CI SI SENTE AD ESSEREUNICAMENTE UN OGGETTO DA SIGNORA, OHH SI MI DIVERTIRÒ EH EH EH...il suo sorriso era terrificante, la sua dentatura risaltavagrazie alle sue enormi labbra lucide di rossetto, lei continuò:-BENE IL MIO OSPITE NON È COMODO? HO LA SOLUZIONE, SAI IO HOUN'AUTOMOBILE CON IL CAMBIO AUTOMATICO, HO UN PIEDINO LIBERO FINOA CASA...- mi prese con fare rude e aggiunse:- ...E ORA GIÙ, ESTAI DOVE TI METTO, NON VORREI SCHIACCIARTI, ECCO TOLGO LASCARPINA E POI VIA- da quel punto di vista era impressionantesopra di me si stava abbassando il suo piede sinistro puzzolentee più in alto lei, le scorgevo le ginocchia, sentii una fortepressione, mi sentii soffocare il nylon delle sue calze eraasfissiante venni completamente sommerso, in quella situazionedovevo combattere per trovarmi una nicchia al fine di non esserestritolato, lei mise in moto, il rumore del motore e il volumedell'autoradio vanificavano tutte le mie suppliche.

Durante il viaggio Fausta con una vocinamolto cinica, mi diceva:- SU DAI, FORZA FAMMI SENTIRE, LECCAMI ILPIEDINO EH EH, GUARDA CHE SE NON LO FAI TI SCHIACCIO...- lei losapeva che io non avevo le possibilità d'ottemperare alle suerichieste, era solo per umiliarmi di più, io non avevo idea doveabitasse Fausta in ogni caso la tortura continuò per un trequarti d'ora, infatti lei mi disse:- ECCOCI QUA, SIAMO A CASA- lamacchina si fermò, aprì la portiera e tolse il piedeappoggiandolo all'esterno dell'abitacolo liberandomi e dandomiuna ventata d'aria fresca, con le gambe leggermente divaricate misovrastava e sorridendo mi disse:- BENE ORA FATTI PRENDERE...TIÈ PIACIUTO IL VIAGGIO EH EH, MHMMM LO SAI CHE SEI VERAMENTECARINO TUTTO NUDO, ASPETTA CHE....- non feci in tempo arealizzare fulmineamente mi ritrovai addosso la sua enormelingua, d'altronde l'avevo già sperimentata prima, ma ora si eraconcentrata con il mio pisello, mi stava massacrando in mezzoalle gambe e si stava divertendo, poi fissandomi mi disse:-QUESTO È NIENTE CONFRONTO A QUELLO CHE HO IN MENTE PER TE, E ORATI METTO QUA, E SPRECARE ENERGIE A URLARE È INUTILE, NON PUÒSENTIRTI NESSUNO- mi ritrovai nel taschino della giacca e cosìripiombai di nuovo nell'oscurità, una volta in casa, non mi eradato a sapere se si trattasse di una casa mono famigliare oppuredi una palazzina, non che fosse d'importanza, venni raggiuntodalla sua mano, venni tolto dalla tasca e disse:- E ORA TI METTOIN UN POSTO DOVE NON PUOI SCAPPARMI,...- andammo in cucina, aprìuna portina ed estrasse una grande scodella di vetro dal fondo aconca con i bordi alti, la ripose sul piano della cucina e miappoggiò sul fondo, ai bordi aveva un diametro di almeno seimetri ed era alta altrettanto, da li con i miei mezzi non potevofuggire di certo, fuggire dove? D'altronde ero un microboconfronto al mondo che mi circondava.

Fausta mi guardò e disse:- SAI, NONAVREI MAI IMMAGINATO D'AVERE LA PERSONA CHE HO SEMPRE ODDIATO EAMATO NELLO STESSO TEMPO, INTRAPPOLATO IN UNA SCODELLA CON LAQUALE NORMALMENTE CI FACCIO L'INSALATA, ADESSO STAI LI CHE HOVOGLIA DI FARMI UNA BELLA DOCCIA,....- io la fissavo dal bassoall'alto, e guardandomi attorno attraverso le pareti che midavano una visuale un po' distorta dell'esterno per via del vetrospesso, intravedevo i suoi movimenti, credo si stesse togliendole mutande, la conferma venne un attimo dopo, lei molto divertitale portò sopra la mia verticale e mentre con le dita dell'altramano se la massaggiava mi disse:- ECCOTI UN PASSATEMPO...-velocemente mi raggiunse prima con le dita fradice, dopo avermimassaggiato, vorrei dire quasi stritolato, ed avermi unto da capoa piedi mi fece cadere addosso la sua biancheria maleodorante, iomi liberai e raggiunsi la parete concava al fine d'allontanarmiil più possibile dall'indumento, speranza di breve durata,infatti Fausta vedendomi contrariato, prese la scodella esollevata quanto basta la fece ballonzolare un attimo facendomiripiombare di nuovo in mezzo, e mi disse:- ABITUATI..- lei avevasempre la scodella in mano l'abbassò all'altezza delleginocchia, tanto quanto bastava perché io potessi vedergliela eaggiunse:- ABITUATI, PERCHÉ DOPO HAI DEL LAVORO DA FARE, SPEROCHE TI PIACCIA LECCARE ZIA EH EH,...- la libidinosa si stavamasturbando con le dita, mentre m'anticipava il suo programma perme, in questa situazione ero completamente impotente, ripose ilcontenitore sul tavolo e disse:- IO ORA VADO A FARMI UNA DOCCIA,TE PER ORA È INUTILE CHE TU LAVI, TANTO TI SPORCHERAI SUBITO...-io le chiesi:- IO AVREI FAME, PRATICAMENTE È DA IERI POMERIGGIOCHE NON MANGIO.- Fausta mi disse:- CERTO, DOPO TI DO QUALCHECOSA, NON POSSO MICA AFFAMARE IL MIO GIOCATTOLINO EH EH, SE NONON LAVORA PIÙ BENE.- Velocemente sparì dalla mia visuale,lasciandomi intrappolato in quella fetida situazione sul fondodella ciotola, e pensai cosa avrebbe riservato il destino, sututti quegli eventi capitati in pochi giorni, l'arrivo di Sania,mia moglie che improvvisamente per motivi professionalis'assentava da casa per ordine della capo ufficio nelle qualisgrinfie c'ero finito, tutte queste cose erano elementi di puzzledai contorni degni di Macchiavelli, io con mi tirai da una parteappoggiandomi alla parete di vetro, rassegnandomi sul fatto cheda solo da li non riusciva a liberarmi, avrei dovuto in ogni casoaspettare Fausta, approfittai nel guardarmi attorno, supposi chedovesse trattarsi di un appartamento, lo capii dal tipo dimobilia infissa in particolare quello della cucina combinata, inogni caso il tutto molto lussuoso, pensai ad una palazzina dipochi appartamenti.

Dopo mezz'ora buona la vidi comparire,non fu una sorpresa in quanto il rumorio causato dai suoimovimenti per casa li potevo sentire molto bene, e da quandoaveva arrestato l'acqua della doccia capii che da li a un momentom'avrebbe raggiunto, passarono solo alcuni minuti, infatti me latrovai sopra, aveva indossato un accappatoio di spugna avevaancora i capelli bagnati, mi prese e mi ripose sul piano deltavolo da cucina, aprì il frigorifero e m'allungò deipezzettini di prosciutto e del formaggio accompagnato dal pane emi disse:- SAZIATI A VOLONTÀ, AVRAI BISOGNO D'ENERGIE, NON TIPROCCUPARE NON TI FARÒ DEL MALE, DOPO TUTTO DEVO RESTITUIRTI ASARA, MI È STATO DETTO CHE ULTIMAMENTE SI STA DIVERTENTO ANCHELEI A GIOCHERELLARE CON TE, EH EH EH- io compresi che Sara forseinvolontariamente aveva detto qualche cosa a Sania, d'altrondeera l'unica possibile spiegazione, sul fatto che quello che m'erasuccesso ultimamente in casa fosse di dominio quasi pubblicostava viepiù alimentando la mia frustrazione, dopo aver mangiatole chiesi:- AVREI ANCHE SETE, E MOLTA.- Fausta si voltò e riversòdell'acqua sul piano della cucina e mi disse:- BEVI DA LI...COMEFANNO I CANI, HA HA HA- quelle risate m'infastidirono come nonmai, le avrei dato uno schiaffo molto volentieri, ma come facevo,era alta almeno quaranta metri e su con me poteva fare qualsiasicosa.

Dopo un quarto d'ora tornò, si eracambiata ora indossava un completo rosso allacciato da una seriedi bottoni su tutta la sua lunghezza, l'abitino era senzamaniche, s'avvicinò a me, infatti io era ancora li, non mi erospostato il piano del tavolo era all'altezza della sua vita,avvicinatasi a me sollevò il vestito che arrivava a meta cosciae me la fece vedere, non indossava gli slip e disse:- ECCOLA QUANON ASPETTA CHE TE, GUARDA CHE BELLA.- lei ridendo mi sollevòfino alla sua faccia e con l'altra mano iniziò a toccarmelo,accarezzandomi molto delicatamente, la situazione era moltoinusuale, ma ai sensi e agli ormoni quando iniziano a scaldarsinon si comandano facilmente e da li a un attimo me lo ritrovaiquasi eretto, Fausta con uno sguardo di soddisfazione esclamò:-WOW, MA ALLORA DI PIACCIO, SU DAI CHE ADESSO TI FACCIO DIVERTIREUN PO IO, FORSE CON UNA LECCATINA CHE NE PENSI?- io non lerisposi, d'altronde faceva quello che voleva, non le diedisoddisfazione, questo lo notò anche lei e con una smorfietta midisse:- SEI DURO DA CUOCERE NON È VERO? MA ORA VEDIAMO SERESISTI A QUELLO CHE HO IN MENTE DI FARTI SUBIRE, SARÀ UNGODIMENTO VEDERTI SPRUZZETTARE A DESTRA E A SINISTRA LA GIÙ INMEZZO ALLA MIA PELURIA, DI PER SE GIÀ MOLTO BAGNATICCIA...E ORAMETTIAMOCI COMODI.. E POI GIÙ A LAVORARE STRONZETTO EH EH.-infatti mentre stava sbavando nel presentarmi l'anteprima, si eraseduta in una poltrona da giardino che aveva all'esterno sulterrazzo, evidentemente lei abitava all'ultimo piano, in unappartamento dotato anche di quel comfort, io le stavo ancora inmano, erano almeno le 19.30 e alla fine di maggio inizio giugnole giornate erano già di quelle più lunghe dell'anno, e se iltempo non faceva i capricci, alla sera si potevano giàtrascorrere alcune ore piacevoli all'esterno, infatti non eramolto freddo, io mi guardai in giro, ma venni catturatoimmediatamente dal suo sguardo pieno di soddisfazione, lentamenteiniziò ad abbassarmi, lo fece molto piano, forse per darmi iltempo di pensare a quello che mi stava facendo, darmi il tempo direalizzare chi io non potevo sfuggire al destino che mi stavariservando, mi ritrovai davanti al suo ombelico, la puttana siera già slacciata il vestito dal basso all'alto sino al suoaddome, lei canticchiava:- UUH GUARDA COSA TI DO STASERA, UNABELLA PRUGNETTA TUTTA FRESCA E CALDA...- io vanamente cercai didimenarmi con i piedi, ma lentamente mi ritrovai avvinghiatodalla sua folta peluria trasudante di aroma vaginale, d'altrondemolto gradevole, la libidinosa era veramente eccitata, il suotono di voce si stava lentamente alterando, prova piacere e convoce quasi soffusa mi disse:- SU DAI LASCIATI ANDARE, TANTO LI CIRESTI FIN CHE HO VOGLIA, NON DIRAI MICA CHE A TU PER TU CON UNAFIGA DI QUASI DUE METRI D'ALTEZZA È ROBA DI TUTTI I GIORNI, TIPOSSO GARANTIRE CHE D'ORA IN POI TE NE FARÒ ASSAGGIARE TANTA EHEH, QUINDI RASSEGNATI, OHH CHE BELLO SENTIRE IL TUO CORPICINO INMEZZO ALLE MIE LABBRA OHHH.- effettivamente era lei a comandare,mi stava voltando e rivoltando a piacimento, ero tuttoattaccaticcio, i movimenti rotatori rallentarono fino atrasformarsi in movimenti ondulatori verso l'alto e poi verso ilbasso, riuscii a scorgere due delle sue dita, indice e mediodella mano sinistra, inseriti già per la metà nel suo foro, iopotevo godere della scena da un punto di vista molto ravvicinato,tanto vicino che dovevo prestare attenzione a non finirci inmezzo, non credo che in quell'ipotesi Fausta si sarebbe fermataper trarmi in salvo.

La sentii a gemere:- OHHH...UHHH, MIPIACI, LO SAI È QUESTO NON È BUON SEGNO PER TE...E TU? FAMMIVEDERE COSA SAI FARE CON IL TUO FAGIOLINO, FAMMI VEDERE FIN DOVEANNAFFI EHEHEHEH!-. Non posso negare che l'umiliazione eragrande, ma in mezzo li la cosa mi stava prendendo, feci schienaal suo buco e senza quasi accorgermene raggiunsi il godimento,con esclamazione lei fece:- HAI VISTO CHE HO VINTO IO, TI FACCIOFARE QUELLO CHE VOGLIO.- dopo di che il tormento cambiò ritmo,infatti lei si fermò con le sue mani, e m'ordinò di non tentarla fuga, ma bensì mentre lei stava leggendo il giornale dileccargliela per bene, dopo un oretta credo si alzò lasciandomisfinito sul cuscino della seggiola da giardino, giacevo in unapozzanghera, inerme in mezzo al cuscino, la stoffa della federaera arricchita da belle fantasie floreali.

Fausta mi disse:- BENE MIO BELFIORELLINO, È ORA D'ANDARE A DORMIRE, DOMANI PER TE SARÀ UNALUNGA GIORNATA, SAI INDOSSERÒ UNA MINIGONNA DA MOZZAFIATO SOLOPER TE, E TI METTERÒ IN UN POSTICINO IN PRIMA FILA EH EH EH, ORAPERÒ DEVO SISTEMARTI PER LA NOTTE... UHMMM..AHH SI, PENSO CHEPOSSA ANDARE.- mi riportò in cucina, s'abbassò a prendere unqualche cosa riposto in un armadio sotto il lavello, si rigiròverso di me ed aveva in mano un vasetto vuoto tipo quelli dellamarmellata, ma era molto più grande, e li capii che c'avreipassato la notte, io esclami:- EHI NON VORRAI FARMI DORMIRE LIDENTRO...IL VETRO NON È MOLTO COMODO PER DORMIRE!- e lei con unsorriso ribadì:- E GIÀ, FORSE HAI RAGIONE, MA ASPETTA...- lasciòil vasetto davanti a me era alto almeno tre metri, e andòvelocemente in bagno, ricomparì un attimo dopo, restai allibitoa vedere cosa aveva in mano, i collant, sicuramente quelli cheaveva usato oggi, l'infilò nel vasetto e poi ci finii io,l'odore di piedi era pazzesco erano ancora umidicci io miribellai e le urlai:- SE MI FAI QUESTO SEI UNA PUTTANA, STRONZACHE NON SEI ALTRO!- lei indispettita con un sorriso beffardoallungò la mano e prese la scodella di vetro dove vi eranorimaste le mutandine sporche, le prese e le infilò dentro ilvasetto facendomele cadere addosso e disse:- BENE ALLORA SE SONOUNA STRONZA FACCIAMOLO FINO IN FONDO, ECCOTI UNA BELLA COPERTACALDA E PROFUMATA, PENSA CHE BEL REGALINO DA PARTE DI UNAPUTTANA, EHEHEHEH.- concluse l'opera chiudendo il vaso con ilcoperchio il quale venne perforato in più parti con una forbice,questo per darmi un minimo d'aria.

Era sconcertante io questo l'avevo fattoa scuola durante le ore di scienze naturali quando si catturavanogli insetti e li si mettevano appunto in questi vasetti, unicadifferenza era che ora l'insetto ero io. Alzò il vasetto e lofece girare sulla sua verticale, così solo per catturarmi con losguardo, lo fece pure ballonzolare e poi lo rivoltò sotto soprapiù volte, naturalmente ridendo delle mia situazione, dopo diche lo ripose dicendomi:- BENE ALLORA, TI AUGURO UN DOLCE, CALDAE PUZZOLENTE NOTTE, EHEHEH...- poi dopo aver avvicinato il nasoai fori praticati sul coperchio esclamò:- WOW...VERAMENTEFETENTE, SPERO DI NON TROVARTI ASFISSIATO DOMANI MATTINA AHAHAH...CIAOOOE DORMI BENE, DOMANI SARÀ DURA PER TE, BYE-. Si spense la luce ela cucina attigua al salone piombò nell'oscurità, s'intravedevaancora un bagliore filtrare dalla porta del bagno, ma un voltache Fausta fosse andata a dormire sarebbe stato buio. L'odorerendeva l'aria quasi irrespirabile, acre, l'umidità stavaaumentando, infatti le calze erano molto sudate, la puzza dipiedi mitigava il terribile puzzo degli slip, tentai di scostarlida una parte, ma scivolando sul nylon dei collant peggiorai lasituazione, infatti fui ricoperto totalmente dal maleodorantecotone intimo, rendendomi conto che la lotta era impari, mirassegnai, ero stanchissimo, cercai riparo sotto le calze e presisonno, non so come ma fu così.

Al mattino venni svegliato dall'aperturadel vasetto e dal richiamo di Fausta:- UHUUU DORMIGLIONE, SUSVEGLIATI È UNA BELLISSIMA GIORNATA FUORI, E TU OGGI ESCI CONME, MA PRIMA FAI COLAZIONE CON ME..TI PIACE LO YOGUHRT?- unavolta aperto il vaso, Fausta con una stizza voltò via la facciaesclamando:- TERRIBILE IL PUZZO...- con due dita prese gliindumenti e li gettò via dicendomi:- È MEGLIO CHE TI FAI UNBAGNETTO, ECCO TI METTO NELLA SCODELLA DI IERI SERA E CIAGGIUNGIAMO UN PO D'ACQUA- Infatti approfittai, fu quasi unaliberazione mi lavai intanto che lei stava preparando lacolazione, nel frattempo notai che effettivamente aveva indossatouna mini molto corta con un paio di ghette, sopra aveva solo ilreggiseno, le sue tette erano enormi, senza rendermi conto Faustami sollevò e mi depose tra la tazza del caffè, e barattolodello yoguhrt, e sorridendo mi chiese:- ALLORA CHE GUSTO TIPIACE, ALLA FRAGOLA O ALLA BANANA?- io confermai:- ALLA FRAGOLA-e lei:- BENE TOGLIAMO IL COPERCHIO...MHMM BUONO PRENDI E LECCAANCHE TU- infatti m'allungò il coperchio e fui costretto afavorire, rivoltando il coperchio lesse:- COME COLAZIONE ILPRODOTTO E SQUISITO SE ASSAGGIATO ASSIEME AI "CORN FLEKES"O CON DEI BISCOTTI- mi sentii osservato, e non tardai a capirecosa avesse in mente la stronza, infatti aggiunse:- MA PENSA CHEIDEUCCIA M'È VENUTA IN MENTE, E TU DOVE SCAPPI, VIENI QUABESTIOLINA CHE NON SEI ALTRO, FATTI PRENDERE CHE VOGLIOASSAGIARTI AL GUSTO DI FRAGOLA- in un attimo mi ritrovai a testain giù, mi aveva sollevato per una gamba e ora mi stavasballottolando in avanti e indietro, lei molto delicatamente micalò nel barattolino, io naturalmente cercai d'impedirglielodimenandomi con le braccina, ma non ebbi successo, mi ritrovaiimmerso completamente fui costretto pure a trattenere il respiro,confidando sul fatto che m'avrebbe tolto quasi subito e così fu,sollevato mi ritrovai subito a contatto con la sua lingua,un'esperienza terribile, mi stava massacrando e aveva purel'alito pesante, la tortura non finì subito, nel frattempo perònon perdeva un'occasione per insultarmi e ridicolizzare la mia giàprecaria situazione, dopo di che rimettendomi nella scodellam'ordinò:- ORA LAVATI PER BENE, MENTRE IO RIASETTO QUE E MIPREPARO, È GIÀ TARDI- non avevo idea di che cosa mi sarebbesuccesso oggi, in ogni caso non sarei sfuggito al volere della maseviziatrice, dopo una decina di minuti tornò, aveva indossatouna maglietta bianca con una giacca nera era dello stesso coloredella mini, le ghette erano scure, si avvicinò al piano in marmodavanti alla scodella in vetro, con una mano mi prese e conl'altra allargò l'elastico delle ghette e disse:- VISTO OGGI TIAVEVO PROMESSO UN POSTO IN PRIMA FILA.. E ORA GIÙ, COME PUOINOTARE NON HO MESSO NEMMENO LE MUTANDINE, PENSA CHE SPASSO, TE LAPUOI GODERE MEGLIO AHAHAH- io non mi capacitavo ancora ti cosa mistava facendo ero terrorizzato, lei facendo ballare un poco leghette per farmi scivolare più in basso mi disse:- SU DAI INBASSO È MEGLIO..TI SENTO DI PIÙ.. E POI SAI IL TUO CORPICINOQUANDO È BAGNATICCIO OFFRE UNA SENSAZIONE MIGLIORE, QUANDOSCIVOLA TRA I PELI E LE LABBRA..MHMMM, AH A PROPOSITO OGGI STAILI, È INUTILE SPERARE, DEVO ORGANIZZARE LA FESTICCILA CON DELLEAMICHE, SARANNO ENTUSIATE DI GIOCARE CON TE, E POI HO UNA BELLASORPRESA TUTTA PER TE..QUESTO A CULMINE DELLA MIA DOLCE VENDETTAEHEHEH.. E ORA ANDIAMO. E NON URLARE SE NO POSTEGGIO PIÙ LONTANODALL'UFFICIO, E QUINDI SAREI COSTRETTA A FARE QUALCHE PASSO IN PIÙ,E POSSO BEN IMMAGINARE CHE LA QUAL COSA PER TE SI TRADURREBBE INUNA TORTURA BEN PIÙ PESANTE DI QUANTO NON LO SIA GIÀ ADESSO,HAI CAPITO IL DETTAGLIO- lasciò l'elastico e abbassò la mini eio urlai:- NOOOO...TI SUPPLICO- non ottenni risposta e fuicostretto alla rassegnazione, l'indumento era molto stretto e fuiimmediatamente bloccato a contatto con la sua peluria,consapevole che da li non sarei fuggito.

Continua...



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